Un vuoto enorme, tangibile. Una commozione profonda. In centinaia si sono recati oggi sul Corso di Reggio Calabria, e tra la Camera Ardente disposta al Teatro Cilea e la Chiesa di San Giorgio al Corso, hanno dato l’ultimo saluto a Giacomo Battaglia.
Istituzioni, personaggi dello spettacolo e dello sport, tifosi della Reggina, amici di sempre. Nel cuore di Reggio Calabria, vivo il ricordo di un artista impareggiabile e di un reggino doc.
Lunga e ricca di significato l’Omelia di Don Nuccio Cannizzaro, nel corso del rito funebre. “Gesù prima di morire prepara il suo spirito all’incontro con la morte. Gesù come ogni modo è turbato e chiede perdono, perchè ognuno di noi, davanti alla morte, cerca di sfuggire. Ha paura. Oggi noi calabresi festeggiamo San Francesco, ma oggi è l’anniversario del Papa della Parola: Giovanni Paolo II. Giacomo come Giovanni Paolo II erano artisti della parola. E quel dono che Dio ha dato ad entrambi cessa, la parola lascia spazio al silenzio. Del resto avviene ciò che è il mistero di Dio. Oggi celebriamo il primo funerale di un artista reggino nella chiesa degli artisti. Come primogenito di questo tempio degli artisti ti meriti il riconoscimento di questa città . Giacomo è stato vero artista. La sua arte è stata fondamentale per far rinascere un popolo. La sua morte spero faccia nascere ulteriormente il nostro cuore”.
Le lacrime dei presenti si susseguono, mentre le parole di Don Nuccio invitano alla speranza. <Giacomo sei arrivato nella bellezza suprema che è Dio, la bellezza che tutti desideriamo. Giacomo ci ha dato il dono dell’arte e della bellezza, di cui abbiamo bisogno. Abbiamo bisogno disperato. Giacomo ha prestato la sua vita alla nostra città , l’ha sempre amata e rispettata. Questa Reggio bella ed una volta gentile, è tornata con lui ad essere bella: “sono riggitano e me ne vanto.” Dobbiamo ringraziare il Signore per averlo conosciuto. Giacomo è il delinquente del sorriso, perchè ci ha regalato il sorriso e tolto i pensieri. Il sorriso immagine di Dio, perche Dio quando si fa uomo, sorride. Se da questo seme che è morto, non nascerà un seme di speranza, allora Giacomo sarà morto inutilmente. Ma io non credo sarà cosi. Allora Giacomo ti diciamo grazie, e ti diciamo sorridi. In paradiso non c’è spazio per la tristezza. Sorridi ed aspettaci. Li la musica non cesserà mai, l’augurio che ci facciamo è la speranza>.
Straziante e ricco d’amore fraterno, il saluto del collega di una vita ,Gigi Misefari: “Volevo ringraziare tutta Reggio Calabria per quello che avete restituito a Giacomo. È un collega, un fratello, con il quale ho condiviso gioie, dolori, camerini ed applausi Molti mi hanno chiesto un ricordo di Giacomo, io non ce l’ho. Ho un mondo di lui. Io e Giacomo non siamo fratelli biologici, ci siamo scelti. Giacomo sarà sempre al nostro fianco. Con Lui va via la metà di me. Ciao Giacomo”.
Giacomo esce dalla Chiesa, per lui ancora applausi scroscianti. Sulla bara campeggia la sciarpa dei Warriors, primo e storico gruppo Ultras di cui l’artista fu militante e fondatore, a certificare ancora una volta l’amore per la Reggina. Buon viaggio Giacomo, le lacrime della tua Reggio sono la testimonianza di chi è consapevole di aver perso davvero tanto…
Roberto Foti
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