Nella Reggina di Zeman, stagione 2016/2017, Vincenzo Tommasone, classe ’95, professione attaccante, non ha praticamente mai lasciato il segno. Poco impiegato dal tecnico di origini boeme, giocò una sola partita da titolare in tutto il campionato, con qualche presenza da subentrato a completare la sua dimenticabile esperienza a Reggio Calabria.
Di fatto, dopo quell’unica presenza da titolare, alla penultima di andata contro la Fidelis Andria, Tommasone non vide più il campo fino al termine della stagione; l’amaranto della Reggina, per il ragazzo cresciuto nei settori di giovanili di Inter e Genoa, non evoca ricordi positivi. Non gli è andata decisamente meglio lo scorso anno, ceduto in prestito dall’Inter, ancora proprietaria del suo cartellino, al Santarcangelo: mai in campo dal 1′ e una sola rete da subentrato.
Dopo due stagioni da incubo, Tommasone ha cercato il riscatto in quel Rieti, ma anche qui, almeno fino a dicembre, i minuti in campo collezionati dal ragazzo erano ben pochi. Dall’arrivo di Capuano sulla panchina dei laziali tuttavia, qualcosa parrebbe essere cambiato: solo una presenza da titolare finora per lui, nel match vinto contro il Catanzaro, ma quasi sempre mandato in campo nei finali di gara dal tecnico campano, per un rendimento che, grazie alla fiducia che si vede finalmente riconosciuta, è in costante crescita. Il gol del pareggio contro la Cavese, appena due minuti dopo il proprio ingresso in campo, ha funzionato da trampolino; pesantissimo l’assist fornito al 94′ dell’ultima partita, in casa della Juve Stabia, per il pareggio firmato da Gondo.
Capuano ha trovato in Tommasone l’asso nella manica da estrarre nelle fasi conclusive delle partite, quando ancora tutto può accadere, la ‘variante impazzita’ che può far saltare il banco; per la Reggina sarà un pericolo in più, che parta titolare o che subentri, poiché spinto da una motivazione ulteriore: lasciare il segno contro gli amaranto, cosa che in riva allo Stretto non gli è stato possibile realizzare.
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