Nel calcio moderno (troppo) spesso l’allenatore è il primo a pagare dazio se i risultati non arrivano. Ma a contribuire all’esonero di Roberto Cevoli questa volta, è altro.
Il tecnico era in discussione da mesi: nell’intervallo del match casalingo contro il Rieti, con gli amaranto sotto di due gol, la posizione dell’allenatore era già più che traballante. L’incredibile rimonta, completata nel finale da Ungaro, sistemò le cose. Ma solo apparentemente. L’avvento della nuova società, organico rinforzato, ambizioni differenti hanno fatto il resto. Roberto Cevoli non paga (solo) per la sconfitta casalinga subita ieri contro il Catanzaro. Paga l’assenza di un’identità di gioco e, soprattutto, scelte dubbie. A tratti incomprensibili.
Spesso la fortuna ha aiutato a superare errate valutazioni negli uomini e negli schieramenti iniziali, troppe volte la giocata del singolo o l’episodio, ha evitato sconfitte e regalato punti alla Reggina. Un cammino comunque apprezzabile quello degli amaranto fino ad oggi, al netto di penalizzazioni, crisi societarie e difficoltà logistiche (vedi esilio iniziale dal Granillo). E questo bisogna riconoscerlo a Cevoli che comunque lascia la squadra con 35 punti (sul campo) conquistati, nonostante tutto. Non sono bastati all’ex Renate gli otto risultati utili consecutivi: un tempo, quello di ieri, ha spazzato via ogni sicurezza e ogni dubbio della società sul suo futuro.
E nemmeno due settimane fa, proprio sulle colonne di RNP (CLICCA QUI), avevamo scritto che serviva il salto di qualità per tutti, tecnico compreso. La storia, purtroppo, ci ha dato ragione. Ma ciò che non ha convinto del tecnico in questi cinque mesi, come detto, sono state alcune scelte.
L’ultima in ordine di tempo, senza voler assolutamente “sparare” contro nessuno, è quello di schierare il giovanissimo Pogliano titolare in uno dei match più delicati della stagione: al Granillo, davanti ad 11mila persone e contro la squadra più offensiva del girone. Una scelta suicida che ha nociuto, nell’ordine, al calciatore (andato in apnea già dal primo minuto, e naufragato nel giro di mezz’ora, ormai completamente in ansia…), agli equilibri difensivi della squadra e, in terza battuta, allo stesso tecnico.
Ma è nel tempo che alcune decisioni di Cevoli sono sembrate illogiche: schierare Salvatore Sandomenico, attuale miglior marcatore amaranto, nell’inedito ruolo di terzino sinistro per due partite consecutive ha travalicato anche i limiti della decenza. Così come rinunciare costantemente a Francesco Salandria, come nell’avvio di gara ieri, un giocatore che per qualità, quantità e dinamismo non ha eguali in questo momento nell’organico amaranto, anche dopo l’arrivo della “nuova truppa”. E non si può dimenticare che l’esperienza del “bomber terzino” per Cevoli non è nuova: Edoardo Tassi (cinque gol in campionato sempre subentrando dalla panchina, altra irriverenza) reduce dalla doppietta di Rende, venne dirottato sulla linea difensiva nel successivo match interno, tra l’incredulità degli addetti ai lavori e dei tifosi.
La semplicità nel calcio può fare la differenza. Cevoli, troppe volte, ha scelto per la “sperimentazione ad oltranza”, rischiando più del dovuto e pagando con la panchina.
Commenti