Nulla di fatto. L’udienza riguardante l’istanza di fallimento presentata dall’avvocato Mattia Grassani nei confronti della Reggina, prevista per oggi, slitterà agli inizi del 2019 (venerdì 11 gennaio). La questione rimane aperta dunque, e bisognerà attendere almeno fino al mese di gennaio. Ricordiamo che Grassani reclama circa due anni di spettanze non retribuite, ed ha già chiesto il pignoramento dei crediti vantati dal club presso la Lega, per una somma di circa 100mila euro.
Nel frattempo, si apre qualche spiraglio per ridurre una maxi-penalizzazione su cui ormai non c’è alcun dubbio. Oltre a non aver pagato i contributi del bimestre luglio-agosto, la Reggina non ha rispettato le scadenze federali di settembre ed ottobre, relative anche agli stipendi, e dunque, regolamento alla mano, dovrebbe essere sanzionata con un –8 in classifica. L’handicap in graduatoria, potrebbe tuttavia ridursi da 8 a 6 punti, in quanto la società si sarebbe già mossa nelle scorse settimane per rateizzare l’importo inerente i contributi, e spera che così facendo non scatti la recidiva per il bimestre settembre-ottobre.
Nel frattempo, domani si chiudono “i tre giorni del condor”. Il fiato sospeso, questa volta, sarà causato dal secondo grado di giudizio sul caso fideiussione. Il primo grado ha dato ragione alla Reggina ed alle altre società coinvolte nel caso finworld, che non sono riuscite a produrre una nuova garanzia fideiussoria. ma la Lega ha presentato ricorso al Tfn. Inutile ribadire che, in caso di fumata nera, il club dello Stretto rischia il baratro definitivo, dal momento che sul tavolo della Lega “ballano” ancora una penalizzazione di (altri…) 8 punti ed una ammenda pari a 350mila euro.
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