Traslare un concetto di gioco che non appartiene è pressochè impossibile. La copia non sarà mai conforme all’originale. Mister Modica, invece, ha dato prova di credere fermamente in ciò che pratica. Perchè la vittoria mancava da troppo tempo ed un altro passo falso avrebbe potuto far vacillare la sua posizione. La dirigenza, dal canto suo, gli ha sempre accordato fiducia. Lui non ha rinunciato ad un calcio propositivo. Ed il risultato dice 0-3. Forse un po’ troppo severo per i valori visti in campo nel primo tempo. Nella Cavese di Modica, però, le analogie con il calcio proposto da Zeman ci sono. Eccome se ci sono…
L’impostazione che Cevoli ha dato alla Reggina per la gara in questione è chiara. Lasciare ai blufoncè il pallino del gioco e cercare di bucare una difesa alta sugli esterni. E nella prima frazione di gioco funzionava anche. Poi l’infortunio di Kirwan. Il gol di Sciamanna. E gli amaranto scompaiono dal campo. Certo, se il tiro di Marino avesse superato Vono magari staremmo qui a parlare di una reazione di rabbia e cuore. Come contro il Rieti. Niente di tutto questo. Perchè con i se e con i ma non si vincono i campionati. E nemmeno le partite.
Nei secondi quarantacinque minuti, difatti, la Reggina non c’è più stata. Il cambio modulo in un momento della gara così delicato è forse stato un azzardo. Meglio attendere qualche minuto in più, giusto il tempo di ritrovare equilibri e meccanismi. E’ vero che questa squadra per la voglia di recuperare, spesso va in affanno e smette di costruire (ipse dixit). E’ altrettanto vero, però, che la figura del tecnico deve indicare la via per uscirne. Come contro il Rieti.
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