Dall’Inferno ad un passo dai play-off. Tutto in 180 minuti. E’ il bello del calcio. La Reggina rialza la testa, tira fuori il carattere e dimostra personalità . Dopo la rocambolesca rimonta di una settimana fa, gli amaranto si concedono il bis. Contro un avversario tecnicamente superiore, ma in evidente stato di confusione. Ne sono una fulgida testimonianza le dimissioni di mister Paolo Bianco nel post-gara, al pari delle dichiarazioni in sala stampa del presidente Leonardi.
Per la prima volta in questa stagione, però, la Reggina ha vinto lontano da casa. E per la prima volta ha vinto convincendo. Le scelte di formazione delle ultime settimane le abbiamo definite discutibili. Ieri, però, mister Cevoli ha mandato in campo l’undici ragionevolmente più pronto ed adatto. Dalla prova di forza di Diego Conson alla piacevole conferma Seminara. Passando per il dinamismo di Marino e d il ruolo di silenzioso leader di Ciccio Salandria. E in avanti? Ungaro conferma di vivere un buon momento, soprattutto a livello mentale. Sua l’azione personale da quale scaturisce il rigore. Prima ancora, tuttavia, una ghiotta opportunità per passare in vantaggio. Sandomenico non lo scopriamo di certo noi. E’ l’unico elemento, sino ad oggi, capace di cambiare marcia alla manovra amaranto. L’unico in grado di creare superiorità numerica sulle fasce. A questo ci aggiungiamo una piccola soddisfazione personale: è il capocannoniere di questa squadra.
Tassi merita una parentesi a parte. Il suo contributo, poco visibile ma utile, ha permesso alla Reggina di respirare nei momenti di maggiore pressione degli avversari. Corre e lotta come un gladiatore, ma i palloni giocabili si contano sulle dita di una mano. Basta la sua presenza per tenere in costante apprensione la coppia Laezza-Ferrini. Ed attacca anche la profondità .
Sul campo è riapparso il sorriso, ma la tempesta, fuori, è ancora in atto. Riadattando un celebre verso di epoca rinascimentale: “Chi vuol esser lieto sia, di doman non c’è certezza”.
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