Trascendendo le mille difficoltà che attanagliano la Reggina 2018/19, il campo, ad oggi, dice che si sarebbe potuto fare meglio. Undici mesi fa, dopo dodici giornate di campionato, gli amaranto avevano infilato lo stesso numero di vittorie (quattro), ma collezionando più pareggi (cinque). Solo tre le sconfitte: al Lorenzon, all’esordio, in casa con il Cosenza ed al Provinciale di Trapani.
L’avvio della squadra di Maurizi lasciava intendere ad un campionato (finalmente) dignitoso. Al Granillo caddero vittime illustri. Basti pensare a Catanzaro o Catania. L’attacco palesava anch’esso evidenti problemi, nonostante il fattore Bianchimano. Alla voce gol subiti, però, c’è una netta differenza. Cucchietti subì solo 11 reti, cinque in meno rispetto ai colleghi Confente e Licastro.
Il sette novembre, sconfitta interna con il Siracusa, fu l’inizio di un calvario. La Reggina arrivò a ridosso dell’anno nuovo senza una vittoria, prima del derby del Ceravolo. Domenica, invece, gli uomini di Cevoli rendono visita ad un’altra squadra della provincia di Siracusa. Per eguagliare lo “score” dello scorso anno e scacciare definitivamente i fantasmi che aleggiano sul campo, la vittoria è l’unica medicina.
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