Da capro espiatorio al Massimino a “quasi” eroe del Ceravolo. I quattro giorni che sono intercorsi tra una gara e l’altra, per Alessandro Confente, sono sicuramente stati particolari. L’erroraccio che al minuto 89 ha spianato la strada agli etnei verso la vittoria avrebbe potuto condizionare le scelte di Cevoli ed il rendimento del portiere di proprietà del Chievo. La risposta sul campo, però, è stata di carattere. E di certo non da un comune ragazzo di diciannove anni.
Così come critichiamo (giustamente) alcune decisioni alquanto discutibili del tecnico amaranto, va dato a lui merito di aver riposto ancora una volta fiducia nel ragazzo. Un declassamento nelle gerarchie avrebbe potuto rappresentare una mazzata sotto il punto di vista psicologico. Ancor più dell’infortunio di Catania. Quando si sbaglia, però, si deve concedere l’opportunità per riscattarsi. E Confente lo ha fatto, tenendo da solo (e ci teniamo a sottolinearlo) a galla la Reggina per oltre tre quarti di gara. I superpoteri non sono bastati ad evitare il gol di Infantino. L’incornata di testa dell’attaccante giallorosso ha baciato il palo, prima di terminare in fondo al sacco.
L’augurio è che l’episodio di Catania possa definirsi un caso isolato, una stazione da cui non ripassare. Per la Reggina, spuntata e poco produttiva, invece, la pazienza sta esaurendo. Mezza stagione è quasi scivolata via. E chi ha avuto ragione di questa squadra, lo ha fatto senza colpo ferire.
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