Zero a zero e palla al centro. La riunione tenutasi ieri sera tra i soci della Reggina, preceduta da un comunicato dal titolo inequivocabile (“Scelte decisive”, la frase che campeggiava su reggina1914.it) e risposta al vetriolo da parte di Pietro Polimeno (clicca qui), non ha spostato di una virgola gli scenari in cui versa il club. O meglio, li ha spostati di un aumento di capitale che dovrebbe essere di centomila euro.
Che la situazione del club, a nostro parere, sia andata oltre le “normali” difficoltà che si possono incontrare nel calcio di oggi, lo abbiamo già sottolineato nei precedenti editoriali. Inutile elencare nuovamente i motivi che ci hanno portato a tali conclusioni (motivi che peraltro sono sotto gli occhi di tutti), in quanto finiremmo col risultare ripetitivi. Dal momento che per risolvere i problemi servono le soluzioni, il futuro della Reggina passa attraverso tre domande…
1-QUANTO C’E’ DA RISANARE?
“Il Presidente, pur prendendo favorevolmente atto della disponibilità manifestata pubblicamente da parte di alcuni rappresentanti dei soci di minoranza, i quali hanno dichiarato grande sensibilità nei confronti dei colori amaranto, ritiene tuttavia corretto e doveroso precisare che il proprio impegno a ripianare le perdite, divenuto ormai estremamente gravoso, non potrà essere rinnovato per gli esercizi successivi“.
Questo passaggio, contenuto nell’ultimo comunicato ed unito al fatto che il club ha considerato “danni incalcolabili” quattro incassi mancati al botteghino, è l’ennesimo segnale che autorizza a pensare che il “segno meno” possa non riguardare soltanto i due punti in classifica che verranno sottratti agli amaranto a causa del mancato pagamento dei contributi del bimestre luglio/agosto.
 Al di là del caso fideiussione e di tutte altre problematiche discusse e ridiscusse, la Reggina ha situazioni debitorie da affrontare? E se la risposta è affermativa, a quanto ammontano? Questo è il primo punto da focalizzare, al netto di possibili trattative future e potenziali investitori interessati, o se preferite in merito a eventuali potenziamenti societari…
2-I SOCI DI MINORANZA, POSSONOÂ ALZARE LA POSTA?
“Il Presidente, è naturalmente aperto a valutare, unitamente ai soci, ogni eventuale percorso alternativo nell’interesse della società ed al fine di garantire la prosecuzione del percorso di rinascita dei colori amaranto“. Anche questo passaggio, inerente il comunicato di giovedì, apre ad una riflessione. L’attuale gruppo che compone la minoranza all’interno della società , avrebbe la voglia, ma soprattutto la possibilità , di alzare la posta e cambiare le carte in tavola? Detto in termini pratici e senza giri di parole, il gruppo di minoranza avrebbe la possibilità di assumere il comando della Reggina, rilevando in toto o in parte le quote di chi oggi ne detiene il 90%? Se così fosse, forse sarebbe il caso di dirlo pubblicamente…
3-QUANTO COSTA LA REGGINA?
Terzo, ma non meno importante interrogativo. Partendo da un presupposto, che ci impone di ribadire che la famiglia Praticò ha attinto dalle proprie risorse per investire nei colori amaranto, e questo è un dato tanto innegabile quanto lodevolissimo, in riferimento al quale i ringraziamenti non sono mancati. Chiarito ciò, un eventuale soggetto (o gruppo di soggetti) disposto a rilevare la Reggina, e dunque le quote della P&P, dovrebbe corrispondere una cifra in denaro ai diretti interessati, o le quote stesse verrebbero date gratuitamente?Â
Ad oggi, sull’argomento specifico, siamo fermi a quanto detto dal Presidente: “Noi ci sentiamo uno strumento al servizio della città , quindi se qualcuno pensa di poter fare meglio di noi siamo pronti a farci da parte, purché ci venga corrisposto quanto speso, il che mi sembra una richiesta legittima..”.
Queste, come detto prima, le domande che ci poniamo guardando al futuro. Passando invece all’immediato presente, non riusciamo a comprendere il silenzio tenuto dal club in merito alla riunione di ieri. Un silenzio quasi surreale,  tanto da farci venire in mente una commedia di shakespeariana memoria, dal titolo “Molto rumore per nulla“. Giusto il tempo di abbozzare un mezzo sorriso per il ritorno al Granillo, che il popolo amaranto giovedì è dovuto subito tornare allo status di ansia ed apprensione che sta attanagliando questi ultimi mesi. Più che della partita con la Paganese, per tre giorni si è parlato dell’incontro di lunedì, preceduto da due comunicati in quarantotto ore. E poi? Neanche una riga, neanche un accenno del risultato di questa riunione, aspetto che per la gente era ciò che contava di più, E meno male che si trattava di una giornata decisiva…
f.i.-v-i.
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