La Reggina e il “Granillo”, due nomi che accostati, in passato hanno fatto tremare le gambe a calciatori e squadre dal palmares internazionale. La Reggina che ritrova il “Granillo” e il suo calore. Una Reggina che HA BISOGNO del suo stadio e del suo pubblico.
Dove eravamo rimasti? Ci eravamo lasciati in una tiepida serata post equinozio autunnale, lo scorso 22 settembre, la prima (e a tutt’ora unica) in casa del campionato per la squadra di Cevoli, contro il Bisceglie, gara decisa dal guizzo di Sandomenico. Da quel momento nulla è stato più come prima, tra problemi, polemiche, accuse, rinvii, corse contro il tempo, un mondo extra-campo che ha di fatto inciso anche sulla squadra e i suoi risultati.
Dopo un esilio di 7 settimane, 49 giorni esatti, stabilendo nel frattempo il nuovo record di partite in campo neutro in una sola stagione nella storia amaranto, la Reggina potrà riabbracciare i suoi tifosi, i quali bramano, tanto quanto la squadra, di poter nuovamente tornare al “Granillo”, ad arrampicarsi sui gradoni della Curva Sud, della Gradinata e della Tribuna (per il tifoso i nomi resteranno sempre questi storici nonostante da ormai vent’anni siano Tribuna Sud, Est e Ovest).
Per la Reggina, i suoi protagonisti in campo e fuori, per il Popolo Amaranto, è arrivato il momento di risalire la china dopo mesi difficili. La riapertura del “Granillo” è un primo, fondamentale passo, la riscossa deve partire da qui. Finito l’esilio, la Reggina riprende possesso del suo castello…
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