Nuovi giocatori, nuovo allenatore. La Reggina è ancora alla ricerca della giusta quadratura del cerchio. La gara con la Juve Stabia, specie nella prima frazione di gioco, ha evidenziato ancora una volta le fragilità della squadra di mister Cevoli. Approccio da rivedere (sembrava di essere tornati al Provinciale di Trapani), fasce che vanno sistematicamente in tilt ad ogni discesa dei terzini avversari ed attacco troppo evanescente. Poi, però, ecco la reazione di carattere.
Dopo il gol subito gli amaranto prendono campo e coraggio, sospinti da un Ciccio Salandria formato “condottiero”. Solini raddrizza il match, la ripresa (ed il vento) cambiano l’atteggiamento di Conson e compagni. Mettere in difficoltà una squadra in salute come quella campana, al netto di un percorso praticamente perfetto, non era semplice. La Reggina ha fatto vedere buone trame di gioco e la sensazione è che Cevoli abbia finalmente trovato il centrocampo “titolare”. Le scelte a gara in corso si rivelano finalmente azzeccate. Nel momento peggiore per le Vespe il tecnico amaranto cerca di cavalcare l’onda ed inserisce Viola e Franchini, due giocatori con caratteristiche prettamente offensive, per provarla a vincere quella partita. Sandomenico resta (finalmente) in campo e nel finale rischia addirittura di mettere il timbro. Il resto è storia già nota. I passi in avanti registrati sono notevoli.
Ecco perchè, a mente fredda, possiamo tranquillamente affermare che è dalla ripresa del Luigi Razza che bisogna ripartire. E Matteo Solini, nel post-gara, non sbaglia affatto quando definisce il match con la Juve Stabia “della svolta”. Se i presupposti sono quelli apprezzati nei secondi quarantacinque minuti, la Reggina può divertire e divertirsi, mettendo in difficoltà qualunque squadra. La palla, adesso, passa agli amaranto…
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