Sulla falsariga dell’Italia di Mancini, ma con le due dovute proporzioni, la Reggina di mister Cevoli si ritrova a fare i conti con defezioni e uomini a metà servizio. Ecco l’idea del tridente leggero e mobile, composto da tre piccoletti che in campo avrebbero dovuto assicurare estro e fantasia. Peccato che i restanti otto calciatori, nella gara di ieri con la Virtus Francavilla, li hanno innescati poco e male. A ciò si aggiunge la fisicità della difesa dei pugliesi, che ha retto bene l’urto nell’uno contro uno.
Ed è lì che nasce l’intuizione di Cevoli: far male agli uomini di Zavettieri sfruttando la capacità di dribbling di Tulissi, Ungaro e Sandomenico. Esperimento fallito, se consideriamo come unica vera palla-gol del match quel fuorigioco fischiato (ingiustamente) all’ex Juve Stabia dopo la maldestra respinta di Turrin. Aspettando che Alessio Viola recuperi la migliore condizione atletica, questa Reggina non può fare a meno di un “vero nueve“.
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