Fisico brevilineo, esplosività e tecnica: caratteristiche che convolano a nozze con il ruolo cucitogli addosso sin dalle giovanili dell’Atalanta. Ecco (finalmente) venire fuori le qualità di Tiziano Tulissi, sulle quali di dubbi ce n’erano davvero pochi, ma che aveva mostrato ad intermittenza in riva allo Stretto.
Nell’inedito turno infrasettimanale del Viviani di Potenza mister Cevoli ha optato per un mini-turnover, relegando in panchina la giovane ala di proprietà della Dea. Gli incontri ravvicinati potrebbero pesare nelle gambe, meglio preservarlo per poi gettarlo nella mischia qualora ce ne fosse bisogno. E così è stato. Reggina sotto, dentro Sandomenico e Tulissi. Gli amaranto cambiano volto e marcia, anche se l’espulsione per un’insensata entrataccia di Navas avrebbe potuto complicare le cose.
I due furetti si caricano la squadra sulle spalle e a suon di giocate e strappi fanno letteralmente ammattire la retroguardia lucana, che va in affanno. A dieci minuti dalla fine il tecnico ex Renate decide poi di richiamare in panchina Sandomenico, inserendo Petermann per l’arrembaggio finale dei rossoblù. Le migliori occasioni, però, sono tutte di marca ospite e, nemmeno a dirlo, partono dai piedi e dalle intuizioni di Tiziano Tulissi.
Nella passata stagione si discuteva spesso sul ruolo che avrebbe dovuto ricoprire nel 3-5-2 disegnato da mister Maurizi. Largo e tra le linee, il classe 1997 riesce a tirare fuori il meglio del proprio repertorio. E non dimentichiamo che ha già superato lo score della passata stagione (tutt’altro che difficile visto lo zero nella casella gol segnati), sbloccandosi alla quarta giornata nella debacle di Vibo con il Monopoli, dopo la rete di Siracusa in Coppa Italia.
Cevoli si gode Tulissi, nella speranza che sia la prima di una lunga serie di prestazioni che possano portare gli amaranto a conquistare punti pesanti come quello ottenuto ieri, in una partita che sembrava oramai compromessa.
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