Servivano coraggio e rabbia agonistica, per provare a venir fuori da un quadro generale molto simile al “mare in tempesta” e cancellare la sconfortante prova di Vibo Valentia. A dispetto della carta d’identità di molti dei suoi calciatori, la Reggina è riuscita nel compito: al Lorenzon di Rende, gli amaranto sono venuti fuori alla distanza, cogliendo tre punti che per il morale equivalgono ad un toccasana.
UNICA PUNTA E…SCHERZI A PARTE-Cevoli mette in soffitta il 4-3-3, abbassando Tulissi e Sandomenico sugli esterni di centrocampo ed inserendo Ungaro trequartista alle spalle di Tassi, con l’ex Ascoli unica punta. Negli aretusei invece, Gomis si riprende il posto di guardiano dei pali a svantaggio di Messina, mentre l’attacco è affidato al temibile duo Vazquez-Diop. Tra porte chiuse e campo in condizioni pessime, il Marco Lorenzon di Rende non è certo un bel vedere. L’atmosfera spettrale si trasforma per qualche secondo in uno scenario da”Scherzi a parte”, quando risuonano le note dell’inno della Reggina: chissà cosa avranno pensato i circa 1.500 abbonati, impossibilitati per la seconda gara di fila a vedere i propri beniamini, nel sentire “Stadio Granillo, apri il cancello, di questa mia città …”.
POLVERI BAGNATE-Il primo quarto d’ora, è interamente di marca sicula: per intensità e palleggio, gli azzurri sembrano giocare davanti al pubblico amico. Dopo aver segnato due eurogol in Coppa, Vazquez prova a far di nuovo male agli amaranto: la lancetta ha appena eseguito il suo primo giro, il piazzato dell’argentino termina fuori di pochissimo. Il numero nove è molto mobile ed ispirato, ed al 5′, su invito di Rizzo, mette nuovamente i brividi a Confente, spedendo a lato da ottima posizione. A suonare la carica, per i ragazzi di Cevoli, è ancora una volta Sandomenico. Poco prima del 20′, su azione avviata da Tulissi, l’ex di turno costringe Gomis alla difficoltosa parata, e sul calcio d’angolo successivo si esibisce in un gran controllo volante, trovando al momento della battuta l’opposizione della difesa avversaria.Dopo aver cercato la profondità sugli esterni, i ragazzi di Cevoli iniziano a manovrare negli spazi stretti, ma la manovra amaranto si infrange sistematicamente una volta superati i 70 metri di campo, complice qualche sbavatura di troppo. I pericoli maggiori, continua a correrli la retroguardia della compagine dello Stretto. Al 23′ Diop si divora il vantaggio a mezzo metro da Confente, al 31′ la punta senegalese viene fermata dal provvidenziale intervento del portiere scuola Chievo Verona. In entrambi i casi, gli aretusei avevano sfondato a sinistra senza molte difficoltà , prima con Orlando e poi con Vazquez.
IRROMPE FRANCHINI-La ripresa comincia con una novità di quelle clamorose. Fuori Sandomenico, unico amaranto a rendersi pericoloso, e dentro Franchini: la mossa di Cevoli, apparentemente da “mani nei capelli”, si rivelerà decisiva. La Reggina sembra nettamente più convinta dei propri mezzi, ed al 58′ solamente il palo alla sinistra di Gomis, strozza a Tulissi l’urlo del gol. Poco male, perché il vantaggio arriva due minuti più tardi: Ungaro, fin lì un pò in ombra, sfodera una giocata da urlo sulla sinistra e mette al centro un pallone perfetto per l’accorrente Franchini, il cui colpo di testa ha la forza e la precisione di un attaccante di razza. Gomis si tuffa vanamente, è il gol che si rivelerà decisivo. Ossigeno allo stato puro per Conson e compagni, mentre il Siracusa, pericolosissimo nel primo tempo, accusa il colpo. Sulle ali dell’entusiasmo, nel giro di pochi minuti Ungaro prova a scrivere la parola game over sulla gara: pregevole ma debole il tiro nel cuore dell’area azzurra, mentre la punizione da posizione impossibile sibila la traversa.
CONFENTE C’E’-Cevoli rinforza la linea difensiva, l’ingresso di Redolfi al posto di Tulissi la dice lunga su quali siano le intenzioni in vista dei titoli di coda. Gli amaranto ribattono colpo su colpo alle iniziative sicule, anche se all’83’ Celeste trova per i suoi il primo tiro in porta della ripresa: conclusione insidiosissima, il ritrovato Confente si distende e dice di no. Nei cinque minuti di recupero concessi dal direttore di gara, da segnalare solo l’espulsione di Vazquez (anch’esso sparito dal campo nella ripresa, un pò come tutto il Siracusa), per una brutta entrata su Solini.
Un tempo a testa tra Reggina e Siracusa, ma a far festa è solo l’undici di Cevoli. Finalmente un sorriso, nella speranza che le prossime notizie positive arrivino sia sul fronte societario che in merito all’agibilità del Granillo. Il tempo per gioire tuttavia è poco, tra soli due giorni bisognerà provare ad aggiungere un altro mattoncino sul campo del Potenza…
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