Per la città di Palmi quella di ieri è stata una giornata che difficilmente potrà essere dimenticata. Il maxi-sequestro da parte della Guardia di Finanza, che vede coinvolto tra gli altri Pino Carbone, ha sconvolto la tranquillità della routine di inizio settembre, destabilizzando in particolare la tifoseria della Palmese, a pochi giorni dall’inizio del campionato.
Nel dettagliato reportage del collega Michele Albanese sulle colonne del Quotidiano del Sud, si tenta di dare una risposta a quella che è la preoccupazione dei supporters neroverdi: che ne sarà adesso della Palmese, presente nell’elenco dei beni sequestrati?
“La squadra, che nel prossimo campionato avrebbe dovuto affrontare società blasonate come il Bari ed il Messina, si trova ora di fronte ad un percorso molto difficile, con nubi fosche che vanno man mano addensandosi all’orizzonte.” Serpeggia il pessimismo secondo il collega Albanese, e di fronte a simili circostanze non potrebbe essere altrimenti. “I tifosi, piombati di colpo nell’incertezza, sono ora desiderosi di conoscere il futuro della squadra alla quale si sono appassionati. Le chance di vedere una Palmese libera dai problemi e pronta ad affrontare in serenità il suo quarto anno di Serie D appaiono però poche e, probabilmente tutte in capo al presidente Longo.”
Il sequestro dei beni di Carbone renderebbe impossibile il sostegno alla squadra; il futuro del club potrebbe quindi dipendere da ciò che Longo deciderà di fare. Oltre alla Palmese, a rischio anche il futuro del club di volley maschile acquisito da Carbone appena qualche mese fa, l’ASD Franco Tigano.
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