Sei mesi di amarezze, non cancellano certo due anni costellati da enormi soddisfazioni. Su e giù per la fascia destra, con l’amaranto stretto al cuore: Carmelo Maesano è “l’ospite della mezzanotte” di ReggioNelPallone.
Quale è la tua situazione attuale?
Ho avuto più di un contatto, una trattativa in particolare è molto ben avviata. Credo e spero di chiudere molto presto…
Ancora in serie C?
Preferisco non dire nulla, ma solo per questione di scaramanzia…
Nell’album dei ricordi cosa metti prima, il gol che ha dato inizio alla rinascita dei colori amaranto o quel Reggina-Paganese di fronte a quasi 8.000 spettatori?
Li porto entrambi. Sono stati l’inizio e la fine di un percorso davvero bello, perché gli ultimi sei mesi non voglio nemmeno considerarli. Ringrazio tutti, e spero di rindossare un giorno la maglia amaranto.
Ma quei sei mesi sempre ai margini, come te li sei spiegati?
Difficile dare una spiegazione, anche perché venivo da 20 presenze ed 1 gol al mio primo anno tra i professionisti. E’ stata una scelta del nuovo direttore e del nuovo tecnico.Â
Sei arrivato per conto tuo a Castellammare per seguire i compagni, nonostante fossi già ai margini della squadra. Un gesto che ha colpito molti…
Un gesto venuto dal cuore. Eravamo in un periodo difficile, ed insieme a Toti (Porcino, ndr), che era squalificato, abbiamo deciso di stare vicini alla squadra.
Sia l’anno scorso, che due anni fa, la Reggina tra novembre e dicembre è quasi sparita dal campo. I motivi principali?
Due anni fa siamo stati molto sfortunati, l’anno scorso forse ha inciso l’età troppo giovane. Peccato, perché soprattutto il primo anno i playoff erano alla portata.
Dopo aver giocato sempre a Reggio, ti sei trovato dall’altra parte d’Italia, a Trieste. Che esperienza è stata?
Molto bella, ho conosciuto una splendida città e calciatori di categoria superiore. Anche lì, il rammarico è quello di aver perso i playoff per un pelo.
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