Vittorie, giocate di classe e qualche rimpianto, per uno dei più grandi talenti del calcio targato serie D. Giovanni Lavrendi, è “l’ospite della mezzanotte” di ReggioNelPallone.it.
Il presente di Gianni Lavrendi?
Vivo un presente di attesa. Al momento sono senza squadra, mi tengo in forma ed aspetto la chiamata giusta.
Come mai si è interrotto il percorso a Messina?
Sembrava volessero confermarmi, poi la situazione si è bloccata. Non so cosa succederà da qui a breve. Di sicuro, ho voglia di tornare a giocare.
Per chiamata giusta, intendi un club che punti a vincere la D?
Si, l’obiettivo è quello. A 32 anni, giocando in una squadra che punti alla salvezza o ad un campionato tranquillo, rischi di perdere gli stimoli, e questo non è giusto né per te né per gli altri.
C’è un pizzico di rimpianto, per non essere stato confermato in amaranto dopo il ripescaggio in C?
Altro che pizzico, il rimpianto è enorme. Sono un reggino, ed avrei voluto giocarmi le mie chances in C con la maglia amaranto, ma alla fine non è stato possibile..
Chi ti ha visto all’opera, concorda sul fatto che rispetto alla D sei un giocatore da categoria superiore. Cosa ti è mancato per stabilizzarti nel calcio professionistico?
Se a 30 anni e passa mi trovo in D, vuol dire che ho fatto i miei errori. Negli ultimi campionati, ha comunque inciso il fatto che in serie C si punta molto sui giovani.
Ad oggi, il capolavoro della tua carriera si chiama Hinterreggio?
Si. Abbiamo vinto la serie D a dispetto di Cosenza e Messina, nonostante a vedere noi c’era una media di neanche 200 spettatori. Non eravamo solo una squadra forte, ma anche un gruppo fantastico.
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