Tre anni dopo, di nuovo a casa. Emanuele Belardi ritrova il suo “grande amore amaranto”, ricominciando dalla città che lo aveva visto chiudere ufficialmente la carriera da calciatore. Toccherà dunque a Belardi prendere le redini del settore giovanile, il contratto di durata triennale rappresenta un segnale importante e denso di significati.
“Se ricordate bene– ha dichiarato Belardi, ospite telefonico della puntata odierna di Tutti Figli di Pianca-, nella parte finale della mia carriera ho sempre detto che mi sarebbe piaciuto rimanere nel mondo del calcio, ma non come allenatore né come direttore sportivo. Il mio obiettivo, era ed è quello di lavorare con i giovani, attraverso la scuola calcio che porta il mio nome lo faccio ormai da dieci anni. Dai colloqui avuti con la famiglia Praticò, Giusva Branca e Massimo Taibi, si è prospettata questa possibilità , ed ho accettato grande entusiasmo”.
Niente voli pindarici, ma al contempo enormi motivazioni. “Abbiamo l’obbligo di non illudere nessuno- ha proseguito-portando avanti programmi e progettualità attraverso la politica dei piccoli passi. Allo stesso modo, bisogna trasmettere alla gente tutta la nostra voglia: vi assicuro che siamo tutti motivatissimi, fare bene con la Reggina per me non è solo un desiderio, ma è già una vera ossessione. Prima dei progetti tecnici, bisogna stabilire altri punti fondamentali: credibilità e passione, saranno i punti fondamentali di questo percorso”.
Nell’ultimo anno a Reggio, Belardi fece parte di un gruppo capace di infondere i giusti stimoli ai tanti ragazzi in rosa: sarà questo, uno dei segreti nella sua avventura da responsabile del settore giovanile? “Lillo Foti è stato in assoluto uno dei migliori dirigenti italiani, ma quell’anno, è inutile negarlo, c’erano delle difficoltà enormi. Io, Cirillo, Aronica e Di Michele, fummo bravi ad infondere serenità , a fare da chioccia al gruppo, soprattutto nei momenti più duri. Ai giovani che indosseranno la maglia della Reggina, dirò che io non ero un grandissimo portiere, ma sono arrivato fino alla Juventus perché nella mia carriera ho saputo aspettare il momento giusto, stringendo i denti e mettendomi sempre al servizio della causa”.
Infine, un ringraziamento speciale. “Io leggo tutto quello che riguarda la Reggina, ed in questi giorni ho letto dei commenti che mi hanno colpito molto, sia da parte dei tifosi che da parte di alcune testate. Vorrei ringraziare tutti coloro i quali hanno usato parole davvero belle nei miei confronti, perché avere conferma di aver lasciato un’impronta sia come atleta che come uomo, è davvero una gratificazione immensa”.
Commenti