Quattro anni intensi con la maglia amaranto, dal 1980 al 1984. Una promozione in B sfiorata, una C1 persa e poi riconquistata. Maurizio Re ha lasciato i nostri colori da vincente, facendo parte del gruppo che, sotto la guida di Tobia, arrivò al primo posto nel girone D della serie C2.
L’ex calciatore, è stato ospite dell’odierna puntata di Tutti Figli di Pianca. “E’ un’emozione enorme parlare di Reggina-ha esordito-, sono veramente felice ed onorato di poter rivivere quei tempi. Puoi giocare con tante squadre, ma quella maglia ti entra dentro mese dopo mese, fino a diventare una seconda pelle. Il merito è tutto vostro, perché siete gente fantastica che spinge un giocatore a lottare per un popolo. Si, la Reggina è molto di più che una semplice squadra…”.
Il flipper dei ricordi non si ferma un attimo, sembra che il tempo non sia mai passato. “Riguardo il sottoscritto-prosegue Re-, ero un esterno che poteva agire sia in difesa che a centrocampo. A Reggio ho giocato con gente che aveva grandi qualità e sono stato allenato da tecnici bravissimi, vedi il mitico Franco Scoglio. A livello di gruppo, il rammarico è quello di non essere saliti il primo anno: siamo arrivati quarti, ad un certo punto pensavamo di poter fare il salto di categoria, ma alla fine della stagione la spuntò la Cavese. Per quanto riguarda la mia carriera invece, il rimpianto è quello di non aver potuto giocare ancora un po’ di più per quella maglia che, lo ripeto, mi è entrata dentro il cuore…”
La mente non si ferma al rettangolo verde, ma al modo di vivere ogni aspetto del quotidiano. “Pur cambiando negli uomini, il gruppo è sempre stato molto coeso. La voglia di stare insieme era pari a quella di stare in mezzo alla gente, ricordo in modo nitido i sorrisi del mitico Cecè Catalano (storico massaggiatore della Reggina, ndr), e l’atmosfera genuina che si respirava. Tra gli aneddoti, ne ho due in particolare. Uno rientra tra gli scherzi che facevamo. Un giorno prendemmo un portafoglio, ora non ricordo di chi fosse, e dopo averlo legato ad una lenza da pesca, lo facemmo penzolare su un balcone: la gente che passava non capiva come facesse questo portafoglio a rimanere sospeso in aria, a Reggio se ne parlò per giorni. E poi, ricordo Peppe Spinella in versione guastafeste: vedeva i film prima di tutti, ed ogni volta che ne guardavamo uno tutti assieme, ci faceva arrabbiare svelandoci sempre il finale”.
In cima all’album, l’entusiasmo del popolo reggino. “Indimenticabile il primo allenamento della stagione, che tra le altre cose fu anche il mio primo allenamento da giocatore amaranto: non credevo ai miei occhi, i tifosi riempirono il Comunale in ogni ordine di posto per incoraggiarci in vista del campionato. La sensazione più incredibile tuttavia, riguarda il ritorno da Pescara: avevamo vinto in casa di una delle maggiori candidate alla B, ed al Tito Minniti vennero ad accoglierci cinquemila persone. Se ci penso, ho la pelle d’oca a distanza di quasi quarant’anni…”.
Â
Commenti