Le idee sono la base del progresso. Il 13 novembre 2017 rappresenta, per il movimento calcistico italiano, uno spartiacque tra il vecchio ed il nuovo corso. Un terremoto che investe anche i palazzi della FIGC, il dietrofront di Tavecchio e un sistema da riformare. E’ caccia al nuovo presidente. Le elezioni, però, portano al commissariamento.
Si cerca di guardare altrove, in casa di spagnoli e tedeschi. Ed è qui che si insinua l’idea di costruire un modello che possa permettere ai giovani italiani di anticipare il salto nel professionismo. Nascono le Squadre B sotto proposta del subcommissario Alessandro Costacurta. “Dal prossimo anno i club di Serie A potranno avere delle seconde squadre, e le portano iscrivere ai campionati di Lega Pro, occupando i posti delle società che non si iscriveranno. Quest’anno non ci saranno ripescaggi e i buchi saranno occupati proprio dai club che aderiranno al bando” le parole dell’ex difensore del Milan a Rivista Undici. E ancora: “Le squadre B saranno composte di calciatori under 21, con la possibilità di introdurre due fuori quota under 23 e dovranno avere in rosa un numero minimo di giocatori (ancora da definire) convocabili per le Nazionali italiane. Le squadre parteciperanno al campionato regolarmente con eventuali promozioni o retrocessioni. C’è un’unica limitazione: non potranno mai giocare nel campionato della prima squadra“.
La critica si è spaccata in due, tra i ferventi sostenitori del nuovo “progetto” lanciato dalle alte cariche della Federazione Italia e chi, inevitabilmente si ritiene oltremodo penalizzato. Cerchiamo di analizzare la posizione di questi ultimi e illustrarvi i “contro” della proposta che dal prossimo anno diventerà realtà .
TEMPI RISTRETTI – L’introduzione delle Squadre B avverrà a partire dalla stagione 2018/19. Una falla all’interno di un’idea che sposterebbe gli equilibri “economici” del campionato di terza serie. L’assimilazione delle nuove regole richiede del tempo e le società che fondano il proprio credo sulla valorizzazione dei giovani ed i contributi della “legge Melandri” dovrebbero, tutto d’un tratto, studiare nuove strategie.
SQUADRE PENALIZZATE – Quale il futuro di squadre come la Reggina? I floridi settori giovanili di squadre come Atalanta, Milan, Torino e compagnia bella cesserebbero di fungere da “serbatoio” per le squadre di Serie C. Così facendo si incentiverebbe il rischio di assistere, sempre di più, a situazioni come quelle vissute nella stagione corrente, gonfia di fallimenti e penalizzazioni. Un vero peccato, considerando che una piazza come Reggio Calabria, nell’annata da poco conclusa, ha messo in vista parecchi elementi che nel futuro più prossimo potrebbero addirittura compiere il salto di categoria.
ETA’ MEDIA – Se da un alto le cosiddette “Squadre B” daranno modo ai giovani di potersi confrontare e approcciare ad un nuovo mondo, c’è il rovescio della medaglia. Le rose delle “altre”, e lo diciamo senza presunzione, conoscerebbero un processo di invecchiamento.
SOLUZIONI – Non resterebbe che ri-progettare i settori giovanili, con la prospettiva di costruirsi in casa dei calciatori che possano compiere, alla fine del proprio percorso di crescita, il “grande” salto tra i pro. Anche questo passaggio richiederebbe ingenti risorse e sfidiamo chiunque a scovare una percentuale prossima al 50% delle intere società di terza serie che disponga di strutture adatte per imbastire un discorso di questo tipo.
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