171 presenze e 42 reti in maglia amaranto: il suo gol nello spareggio salvezza a Bergamo è ancora impresso nella mente di tutti i tifosi reggini. Stiamo ovviamente parlando di Emiliano Bonazzoli, oggi nostro ospite nella rubrica “A tu per tu”.
Due giugno 2003 e cinque giugno 2011: due date passata alla storia dell’ultracentenaria Reggina. Nella prima lo spareggio salvezza contro l’Atalanta, per quanto riguarda la seconda un play-off promozione contro il Novara, Bonazzoli ci ha sempre messo lo zampino. Ci racconti le emozioni provate in queste due gare?
“La gara a Bergamo con l’Atalanta è stata una delle più importanti giocate in carriera. Si trattava di difendere la serie A con la Reggna. All’andata mi ricordo finì 0 a 0 e le occasioni gol furono davvero poche. Venne così il ritorno, in uno stadio pieno e contro una squadra come l’Atalanta, che nella propria rosa poteva contare su giocatori del calibro di Doni e Zauri. Disponevamo di due risultati su tre, ma riuscimmo addirittura a batterli di rimonta. È stata una grande impresa che ha portato tanta gioia nel cuore di tutti, sia in noi giocatori che nei tifosi. Per quanto riguarda l’altro spareggio invece, quello dove stavamo in serie B e la serie A la dovevamo raggiungere, direi che è stato un vero peccato. Quell’anno siamo partiti forte, ottenendo risultati che andavano oltre ogni più rosea aspettativa, visto che la squadra costruita per quella stagione aveva obiettivi ben diversi dal raggiungere la massima serie. Venivamo da un’annata disastrosa dove la Reggina era stata costruita per lottare nelle posizioni di vertice ed invece ci siamo ritrovati a dover affrontare una stagione difficile, ottenendo la salvezza solo all’ultima giornata. Poi un bravo tecnico come Atzori ha saputo azzerare tutto e ci ha guidato fino ai play-off. Quel gol al 90′, però, ci ha tagliato le gambe. Ancora oggi se ci ripenso è davvero dura da digerire….”
Ben cinque le stagioni passate in riva allo Stretto, la casacca amaranto è quella con cui hai passato più tempo. Sono le due annate, di cui abbiamo poc’anzi discusso, quelle più importanti con la Reggina?
So che segui ancora la squadra amaranto. A proposito, un pensiero sull’attuale situazione.
“Assolutamente sì, seguo sempre la Reggina. Non conosco attualmente nè giocatori nè la nuova società , ma ogni domenica do sempre un’occhiata ai risultati e alla classifica. Purtroppo il momento storico che sta attraversando non è di certo memorabile. L’augurio che posso fare è che pian piano si possa risalire la china, trovando un’amalgama ed un’ossatura importante che possa aiutare la Reggina a raggiungere i campionati che le competono. Chi vuol bene la Reggina soffre a vederla nel terzo campionato nazionale. Reggio merita di più”.
Due anni fa Emiliano Bonazzoli appende gli scarpini al chiodo, ma non ha alcuna intenzione di allontanarsi dal mondo del calcio. Inizia una nuova avventura, questa volta nelle vesti d’allenatore. Come ti trovi in questi nuovi panni?
“È cominciato tutto per caso. Finita la carriera da giocatore, per uno come me è difficile non rimanere sul prato verde. Ed eccomi qua, a tuffarmi in questa nuova avventura. Ho sin da subito cercato di trasmettere ai giocatori tutto quello che ho imparato io in 20 anni di carriera e qualcosa si inizia ad intravedere. Sono ancora agli inizi e devo fare ancora tantissima esperienza. A giugno andrò a fare un corso a Coverciano dove potrò imparare tutto quello che può fare un bravo allenatore. Visto il carattere introverso che avevo da calciatore, non avrei mai pensato di poter allenare. E invece ho subito avvertito che questo è un mondo che mi affascina. Stare dall’altra parte, dove sei tu che devi parlare a 20/25 giocatori, è una cosa che mi ha dato enorme soddisfazione”.
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