La gara del “De Simone” di ieri sera ci lascia in eredità quello che altro non è che un dato di fatto: le gerarchie in mezzo al campo sono state stravolte. La pazienza, così come la fiducia, è a termine. Mister Maurizi va sull’usato sicuro. C’era curiosità sulle scelte che avrebbe coinvolto un reparto orfano di capitan Castiglia, ma che, eccetto il lungodegente Garufi, poteva contare su tutti gli elementi.
Scelta chiara: un centrocampo meno dinamico, ma costruito sui muscoli e sull’esperienza di La Camera, Mezavilla e Giuffrida. E Fortunato, che dopo l’addio di De Francesco e l’uscita, momentanea, di scena proprio di Mezavilla si era guadagnato un posto fisso nell’undici del tecnico amaranto, tutto d’un tratto si trova relegato alla panchina, pagando alcune scelte, alquanto scolastiche, in fase di impostazione e un rendimento che non ha mai seguito una linea retta.
Un plauso, però, va fatto a Roberto Marino, il quale dopo un campionato da protagonista, sta “subendo” le decisioni di mister Maurizi. Anche ieri, subentrato al minuto 74 di gioco, il classe 1998 ha impattato bene con la partita, spegnendo sul nascere alcune situazioni che, se sviluppate, avrebbero potuto portare pericoli dalle parti di Cucchietti. E’ questo che nel calcio fa la differenza: la maturità di accettare due panchine di fila (non è da tutti quelli della sua età ) e la professionalità di dare tutto quello che si ha, anche per due giri di lancette.
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