Catania e Reggina hanno rappresentato due parentesi importanti della sua carriera da calciatore. Giacomo Tedesco a Reggio Calabria ci ha lasciato un pezzo di cuore e di lui, in riva allo Stretto, rimarrà il ricordo di quella miracolosa salvezza del 2015. Una squadra, per i più, spacciata, ma che con la forza dell’umiltà si rialzò e, trascinata da un valido condottiero, centrò l’obiettivo nello spareggio con il Messina.
“Continuo a seguire con simpatia la Reggina – dichiara ai nostri microfoni Tedesco – e sono a conoscenza del momento difficile che sta attraversando. Nonostante un’ottima partenza, dove praticamente si aveva la percezione che questa squadra potesse fare risultato ovunque, ci si ritrova ad un passo dai play-out. Questo mi dispiace e non so cosa stia succedendo. Da fuori non conosco le dinamiche e non posso esprimermi. La gara con il Catania sarà di certo difficilissima, i rossoblù vorranno tenere acceso quel lumicino di speranza fino alla fine”.Â
Quando le cose non girano per il verso giusto e l’allenatore finisce sul banco degli impuntati, ecco che i tifosi di fede amaranto acclamano a gran voce il nome di Giacomo Tedesco: “A me fa piacere che a Reggio abbia lasciato un ricordo così positivo. I tifosi lo sanno, per quei colori forse ho dato anche di più di quello che dovevo. Ho risposto presente ad una chiamata in una situazione molto complicata, andando contro amici, parenti e mia moglie che continuava a ripetermi che fossi un pazzo. Non è stato difficile stare alla guida di quella squadra. Conoscevo i ragazzi, si confidavano con me che all’epoca ero il tecnico della Berretti, specie i più giovani ed i vari Insigne, Di Lorenzo e Salandria che non facevano che dispensare apprezzamenti nei miei riguardi e manifestare il loro desiderio di avermi come allenatore. Sapevo già dove intervenire e la partita più bella, senza ombra di dubbio, è stata l’unica che ho perso da allenatore. Eravamo in vantaggio per due reti a uno a Foggia contro un’autentica corazzata, costruita per vincere a mani basse il campionato di Serie C. Negli ultimi quindici minuti abbiamo subito un terrificante uno-due, anche perché sul punteggio di parità non ci avevo pensato un attimo su ad inserire un attaccante del ’98, Cataldi, per provare a vincerla. Sono più che certo che quella partita ha dato certezza alla squadra della loro forza e da lì, per me, la strada anziché in salita è stata in discesa”.
Adesso Giacomo Tedesco si dedica alla scuola calcio di cui è a cap0, cercando di trasmettere ai giovani la stessa passione e la stessa grinta che hanno portato lui a raggiungere, nel corso della sua carriera, il sogno di ogni bambino: la Serie A.
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