No, non è la commedia drammatica del regista Ettore Scola. La Reggina e Porcino si erano davvero tanto amati. E lo fanno ancora. Perchè quel sentimento così forte che lega due innamorati – e che noi comunemente chiamiamo amore – non può cessare da un momento all’altro. Tutta la trafila con addosso la maglia amaranto, quella maglia che profuma di casa. Fino all’esordio. E’ il 10 agosto 2014 e Toti Porcino è catapultato in quello stadio, grande come il suo sogno da giocarci sin da piccolo, difendendo quei colori, onorando la sua città . Sette minuti, giusto il tempo di realizzare quanto stesse accadendo e beccarsi un cartellino giallo. E poco importa che si trattasse di una gara di Coppa, che la Casertana espugnasse il Granillo e che Toti il campo, con la prima squadra, non lo vedrà più…
Qualche giorno dopo il congedo dall’esperienza in riva allo Stretto, ad attendere l’esterno c’è una nuova avventura con la maglia del Taranto. E’ solo un arrivederci però, Porcino tornerà un’estate dopo, prima di imboccare la strada la strada che porta dritta ad Ischia, con sosta a Benevento. La Reggina, dopo una sofferente annata di Serie D, si riaffaccia nel professionismo. Martino chiama, Toti risponde. Quella storia d’amore iniziata da bambino non poteva chiudersi così. Non senza averci provato, almeno per una volta. Al Sant’Agata torna un ragazzo più maturo, caratterialmente e tatticamente. La stagione 2016/17 è quella della consacrazione e l’intuizione di mister Karel Zeman di avanzarlo sulla linea degli attaccanti ne esalta le caratteristiche tecniche e quell’innato vizio del gol. Quattro le reti totali, ben sette gli assist per i compagni: il suo rendimento non può di certo passare inosservato, ma la Reggina e il calciatore in estate resistono alle avances di più squadre.
Arriviamo così ai giorni nostri, a quel tira e molla per il rinnovo e alle tante parole dette prima e dopo la sua partenza. Toti Porcino lascia Reggio Calabria con 19 presenze e 2 reti. Un addio annunciato, ma doloroso. Alle falde dell’Etna domenica il classe ’95 ritroverà quella maglia, amaranto come il sangue che scorre nelle sue vene. Quella maglia che ha tanto amato e che continuerà ad amare, anche da avversario. Su questo possiamo garantire. Perché un sentimento così forte non può cessare da un momento all’altro…
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