Disco rosso per il Cosenza, sconfitto a Viterbo nell’andata della semifinale di Coppa Italia serie C. I padroni di casa colpiscono in poco più di mezz’ora con l’autorete di Pascali ed il guizzo di Jefferson, mentre i lupi riducono le distanze con Bruccini. A complicare ulteriormente la situazione dei rossoblù in vista della gara di ritorno, la rete di De Sousa, arrivata sui titoli di coda dagli undici metri.
Finisce 3-1, ma sul risultato pesano le espulsioni di Mungo e Loviso, maturate tra il 13′ ed il 57′, che hanno fatto chiudere il Cosenza in nove contro undici. L’arbitraggio del match, ha mandato su tutte le furie l’allenatore dei silani, Piero Braglia.
“Io non amo parlare di cose esterne a quello che succede nell’ambito calcistico- si legge su tuttoc.com-, ma è inutile espellere un ragazzo come Mungo: può anche aver detto qualcosa di sbagliato, ma lasciare in dieci una squadra sotto di un gol dopo 10 minuti. Inutile fare i fenomeni, perché qui si tratta di quello. La seconda espulsione non c’è e noi lo sappiamo e voi lo sapete. L’arbitro non ha avuto neanche lo scrupolo di fischiare il rigore su Tutino nel primo tempo come ha fischiato giustamente quello di Dermaku. Non siamo venuti fin qui a farci prendere in giro da uno che abita a trenta km da qui, di là ci sono venti persone che sono incavolate nere, per essere eufemistici, che hanno dato l’anima per questa partita…L’atteggiamento antipatico che ha avuto l’arbitro nei nostri confronti non l’ho mai visto in quarant’anni che alleno“.
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