Perdonateci se per trattare di un argomento così “leggero” scomodiamo il titolo di uno dei libri più celebri su una pagina sicuramente buia della storia dell’uomo, ma ce ne serviamo perché riteniamo possa fotografare, fedelmente, quella che è la situazione attuale in cui versa l’Oreste Granillo.
Premesso che, successivamente ai lavori sul manto erboso di inizio stagione, la manutenzione è stata praticamente nulla, va da sé che qui c’è una responsabilità oggettiva. Il risultato è un impianto che è passato dall’essere “potenzialmente” uno dei sogni realizzati da chi gioca in terza serie (stiamo parlando di uno stadio che ha visto passare centinaia di campioni negli anni d’oro) ad un campo che è sempre più oggetto di critiche e lamentele dei tecnici delle squadre avversari.
Nel corso dell’ultima sfida, complice la pioggia, il terreno era senza dubbio ai limiti della praticabilità . Ciò rappresenta un danno non solo per lo spettacolo, ma principalmente per la Reggina, sebbene Maurizi abbia più volte sviato a specifica domanda. Dovessero partire a breve i lavori, per far sì che il campo torni in condizioni “accettabili” servirebbero almeno 30 giorni. Con il campionato prossimo ai titoli di coda, un intervento servirebbe davvero a poco. Perchè non pensarci prima?
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