Dopo sei risultati utili consecutivi, finisce contro il Trapani la serie positiva della Reggina. Il vero paradosso, è che la sconfitta arriva dopo quella che, in termini di prestazione, va considerata la migliore gara dall’inizio del 2018. Troppo fragili nelle retrovie, i ragazzi di Maurizi oggi hanno pagato ben oltre i loro demeriti. Il tempo per leccarsi le ferite è poco, da domani bisognerà subito pensare al delicatissimo scontro diretto di Andria…
BOTTA E RISPOSTA-Sia Maurizi che Calori si schierano col 3-5-2. Tra squalifiche (Ferrani) ed indisponibilità dell’ultimo momento (Laezza), gli amaranto presentano una difesa inedita, con i giovanissimi Auriletto e Gatti a comporre il reparto insieme a Pasqualoni. In avanti, Tulissi confermato come partner di Bianchimano. Sul versante siciliano, scorre il filo dei ricordi amaranto: negli ultimi 16 metri infatti, a far coppia con Evacuo c’è Alessio Campagnacci, grande protagonista della Reggina che sette anni fa sfiorò il ritorno in massima serie.
Avvio migliore non poteva esserci per i padroni di casa. Tulissi prende tempo e spazio nell’area avversaria, a Corapi non resta che stenderlo ed il signor De Angelis indica il dischetti. Dopo un breve “tira e molla” tra lo stesso Tulissi e Bianchimano, entrambi intenzionati a calciare la massima punizione è il numero 9 a prendere nelle mani il pallone: esecuzione non irresistibile, ma è quanto basta affinché i pochissimi ed infreddoliti spettatori del Granillo possano esultare. La reazione del Trapani è di quelle furibonde. Al 7′ Marras mette i brividi a Cucchietti con una conclusione che si spegne a lato di un nulla, all’8′ Palumbo scheggia il palo. La difesa reggina è in affanno, mentre l’attacco trapanese guadagna continuamente metri, facendo leva su una maggiore esperienza. Al 12′ , sugli sviluppi di un angolo, Evacuo brucia Gatti in elevazione, e stavolta per Cucchietti non c’è nulla da fare.
MIRACOLO FURLAN-Partenza spint al Granillo, ma le emozioni sono appena cominciate. Al 20′ la Reggina ha una occasione monumentale per tornare avanti. Bianchimano veste i panni dell’uomo assist e serve Marino, il quale elude con una finta sia il diretto marcatore che Furlan ma perde l’attimo per insaccare; sulla palla si avventa Provenzano, il cui tiro è rimpallato dallo stesso portiere ospite. Gli amaranto soffrono nelle retrovie, ma contrappongono un buon ritmo: l’attacco finalmente non sembra un corpo estraneo, mentre a centrocampo Castiglia detta i tempi e si sacrifica moltissimo, confermando che la posizione di playmaker sembra quella in cui si trova meglio. Prima di rientrare negli spogliatoi, la compagine dello Stretto fa nuovamente la voce grossa. Bianchimano sfonda ancora la resistenza avversaria e fa il rifinitore, ma Furlan ricaccia in gola l’urlo dei tifosi locali, dicendo di no prima a Marino e poi a Provenzano (la parata in controtempo sull’ex Cosenza, va classificata alla voce “miracoli domenicali”).
DORMITA FATALE-Tra stanchezza fisiologica ed un terreno pesantissimo, nella ripresa i ritmi calano al pari delle emozioni, se si esclude un bel colpo di testa firmato Bianchimano, con palla sul fondo. Il match si riaccende nel finale, un finale amarissimo per i colori amaranto. Al 72′ Furlan si toglie il mantello di Superman e rischia la paperissima, facendosi sfuggire il più innocuo dei palloni: Tulissi ha tra i piedi un’ottima occasione, ma invece di cercare il passaggio al centro si cimenta in una improbabile conclusione, spedendo alto. Tre minuti dopo, nella prima occasione del secondo tempo, il Trapani serve un conto salatissimo. Su un’azione nata da un corner contestatissimo dagli amaranto, Corapi ha tutto il tempo per crossare nel cuore dell’are, laddove la retroguardia reggina si dimentica Scarsella, con quest’ultimo che da due passi trova l’incornata decisiva. Incassata la rimonta, Maurizi le prova tutte, passando al 4-3-1-2 ed inserendo prima Samb e poi Sparacello. Gli ospiti difendono e ripartono, ma al quarto dei cinque minuti di recupero c’è spazio per l’ultimo rimpianto amaranto: il neo entrato Condemi disegna una parabola favolosa che mette Bianchimano davanti alla porta, il tocco dell’attaccante è troppo debole e facilita la parata di Furlan.
Mani nei capelli per la Reggina, braccia al cielo per un Trapani che per la prima volta nella sua storia espugna la città dello Stretto.
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