Se non semini, non raccogli. Se non “osi” non ci credi e se non ci credi tu (per primo) per quale astruso motivo dovrebbero farlo gli altri.
Caro Mister, a questa Reggina manca coraggio. Non manca negli uomini, o forse anche, ma manca nelle idee che a questi vengono trasmesse. Perché un allenatore che si accontenta di chiudere due match casalinghi consecutivi accontentandosi di due miseri punticini, zero reti all’attivo, una manciata di (simil)tiri in porta ed un atteggiamento remissivo, non ha coraggio. Non ha il coraggio di osare, per l’appunto, e nemmeno di invogliare. Salvo poi lamentarsi dei fischi, sacrosanti, di un pubblico sempre più sfiancato dalla mediocrità, ma nonostante tutto presente e, a suo modo, “affettuoso”.
Caro Mister, il sostegno, come lo chiami tu, è solamente una fisiologica conseguenza dell’entusiasmo, dell’euforia, della bellezza, del Coraggio. Quello che manca clamorosamente a questa Reggina, uscita con autorità dei ricatti di alcuni bimbi viziati ma presto precipitata nel tunnel dell’apatia, dell’ignavia. Di una modestia travestita da concretezza.
Non basta infatti badare al sodo per essere soddisfatti. Non serve a nulla “contestare chi contesta” (che poi un paio di fischi civili e sacrosanti non hanno mai fatto male a nessuno e soprattutto non sono catalogabili sotto la voce “contestazione”) se prima non si è certi di aver fatto fino in fondo il proprio dovere.
E lo sanno tutti, anche gli stoici 150 paganti di domenica, che per centrare l’obiettivo stagionale, la salvezza, non sarà difficile. Così come in molti sanno che affidarsi agli under è una filosofia necessaria per mantenere “viva” la storia amaranto. Ma non basta, o almeno mister, sappi che al tifoso non può bastare. E non è certo lui a doversi scusare per questo. Il tifoso vorrebbe vincere sempre, o almeno provarci. Ma questa Reggina sembra averci rinunciato, quasi a voler essere soddisfatta del minimo sindacale: per poi capire dove arrivino i limiti tecnici e qualitativi dopo la rivoluzione invernale e dove le sue volontà, bisognerebbe affidarsi al Giudice di “Forum”.
Caro Mister non invochi il sostegno senza comprendere quanto sta accadendo: quello, glielo garantiamo, il pubblico di Reggio (anche ai minimi storici ed in preda allo sconforto più totale) non lo ha mai fatto mancare. Si guardi attorno, però, e ricerchi il coraggio delle idee che sembra perduto, per sempre da quelle parti.
Perché Ligabue canta che chi si “accontenta gode”, ma “così così…” .
Ed i tifosi, le assicuro, non stanno godendo. Affatto.
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