Ieri l’ennesimo spettacolo “increscioso”, con una squadra solida dietro ma incapace di imbastire una trama di gioco. Per intenderci, una brutta copia della Reggina ammirata nelle prime giornate di campionato, quando i risultati facevano da contorno ad un gioco corale e spumeggiante. Zero, e sottolineiamo zero, i tiri che hanno inquadrato lo specchio della porta (non possiamo certo tener conto della rete a gioco fermo di Bianchimano) e un continuo scavalcare il centrocampo per raggiungere quanto prima le punte, le quali sistematicamente sbattevano contro un muro nemmeno troppo “resistente”.
La domanda che da ieri ricorre tra tifosi e addetti ai lavori è la seguente: quanta qualità c’è negli uomini che Maurizi di volta in volta sceglie di mandare in campo? La risposta arriva dal diretto interessato nel post-gara dalla sala stampa del Granillo. “Questa squadra ha qualità , penso a Tulissi e Provenzano”. Ah sì? Lo stesso Tulissi che non parte titolare in gare ufficiali dal 15 dicembre, Juve Stabia-Reggina 2-1? Lo stesso Tulissi rimasto in panchina a guardare i compagni per 90 minuti contro il Fondi, quando un suo possibile ingresso avrebbe potuto determinare l’esito del match? Lo stesso Tulissi che ieri è stato invocato a gran voce da tutto lo stadio, esasperato dalla scarsa qualità nelle scelte degli uomini sul quel rettangolo verde? E lo stesso Provenzano che da quando è in riva allo Stretto il campo lo ha visto, ma per 37 minuti?
Inutile nascondersi dietro un dito, la pazienza è a termine. Privilegiare il risultato sportivo allo spettacolo, andando incontro a critiche e mugugni è una mossa che fa onore al tecnico romano, ma a patto che venga raggiunto l’obiettivo perseguito. Ad oggi gli amaranto sono in linea con i programmi di inizio stagione, ma dietro, presto o tardi, inizieranno a correre e la Reggina dovrà farsi trovare pronta. Come? Tornando a vincere. E per vincere serve qualità , la stessa che è (re)legata in panchina.
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