Il calcio è strano. La sua capacità di sfuggire ai pronostici, talvolta alla logica, è ciò che lo rende lo sport più popolare al mondo. Una Reggina allo sbando arriva disperata al Ceravolo per provare ad opporsi al Catanzaro che vanta uno score di tutto rispetto tra le mura amiche. Risultato? Gli amaranto sbancano lo stadio delle aquile, si aggiudicano il derby e sommano così 6 punti tra andata e ritorno nei confronti con i giallorossi. Al fischio finale il gruppo reggino fa festa a centrocampo tra i fischi del pubblico catanzarese: un trionfo inatteso, anche insperato, di cruciale importanza per il prosieguo della stagione.
A CACCIA DELLA SVOLTA – Il fischio d’inizio del derby chiude una delle settimane più nervose, controverse, preoccupanti e discusse in oltre 100 anni di storia amaranto. I due punti raccolti nelle ultime nove giornate, il doppio 0-3 rimediato nelle ultime due uscite casalinghe, il ritiro (prima sì, poi no, poi forse) e le polemiche conseguenti, i contrasti all’interno dello spogliatoio e la posizione dello staff tecnico inevitabilmente in discussione. Una baraonda. “Tradito dalla squadra? E’ una parola forte, sono molto deluso e arrabbiato – aveva spiegato Maurizi alla vigilia della gara – credo che il rapporto tra me e i calciatori sia professionale, loro devono scendere in campo con senso di responsabilità per la maglia, la società , la città ”. Finito il tempo delle parole, voce al campo.
Reggina con il semi-inedito schieramento a 3. Fuori Di Filippo, Mezavilla e Tulissi, spina dorsale della squadra per lunga parte della stagione, spazio a Gatti, Fortunato davanti alla difesa e Sparacello a sostegno di Bianchimano. Queste le scelte per opporsi al Catanzaro, rivitalizzato dalla cura del grande ex dell’incontro – Davide Dionigi – già bomber, bandiera, allenatore e cuore amaranto.
REGGINA PERICOLOSA – Il pallino del gioco è in mano ai giallorossi, la Reggina – è evidente fin dal principio – ha organizzato una gara prettamente difensiva: chiusura degli spazi e ripartenza. Il piano gara è rispettato e, anzi, la notizia è che la squadra dello Stretto abbia un atteggiamento positivo e pugnace, resta abbottonata, non soffre quasi mai e rientrando negli spogliatoi sullo 0-0 si accorge di aver avuto le migliori occasioni della prima frazione: la prima con Sparacello che trova solo l’esterno della rete da ottima posizione, poi con Laezza che spara alto d’un soffio sfruttando uno schema su calcio piazzato. L’unica chance creata dalle aquile è frutto di un affondo di Letizia che beffa la linea difensiva amaranto, salta Cucchietti e scarica su Marin ma la sua conclusione è murata da Marino.
AMARANTO AVANTI – Il gol che spezza l’equilibrio firmato da Bianchimano al minuto 52, insomma, non è un fulmine a ciel sereno per il Catanzaro. Sparacello difende bene un pallone sugli sviluppi di un angolo, l’ariete ex Milan appostato sul secondo palo finalizza con un rasoterra violento e preciso. La reazione catanzarese tarda, arriva dopo l’ora di gioco: Falcone beffa Gatti ma la sua girata termina sul fondo, un minuto dopo è Zanini ad accentrarsi bene ma la sua mira con il mancino è imprecisa. Pericolo scampato, De Francesco e compagni arretrano ulteriormente. C’è Tulissi per Sparacello, Dionigi sceglie Maita e Cunzi, out Nicoletti e Marin: aquile a trazione anteriore per l’assalto finale.
ASSEDIO GIALLOROSSO – Pasqualoni deve arrendersi a un infortunio a 5′ dalla fine, prima che Maurizi riesca a inserire Auriletto il Catanzaro prova a sfruttare la superiorità numerica: colpo di testa di Cunzi, palo, sulla ribattuta Cucchietti respinge sul Zanini e poi su Maita, la Reggina si salva miracolosamente. Non è finita: Cunzi al 92′ si presenta davanti a Cucchietti che lo ipnotizza, la palla arriva tra i piedi di Anastasi ma è Laezza a ribattere sulla linea di porta, poi è ancora Cucchietti a opporsi questa volta a Zanini. Difficile dire come, ma il fortino amaranto regge. L’atroce sofferenza finale rende ancor più speciale un successo di straordinaria importanza. Per la classifica, per il morale, per l’ambiente. Per il presente e per il futuro.
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