Due anni e mezzo di quelli che non si dimenticano, in un calcio d’altri tempi che faceva innamorare tutti. Ricardo Paciocco, si è guadagnato il titolo di “amato ex” in seno ai tifosi reggini, non solo per quell’incredibile rabona dal dischetto messa a segno contro la Triestina nel 1990. L’ex attaccante italo-venezuelano, è stato ospite della puntata odierna di Tutti Figli di Pianca, analizzando la crisi del calcio italiano con la solita schiettezza che lo contraddistingue, fino ad arrivare alla partita di sabato, che vedrà sfidarsi due “vecchi amori”…
DISASTRO AZZURRO-La mancata qualificazione dell’Italia ai Mondiali fa scalpore ed amareggia, ma mi stupisce fino ad un certo punto. Abbiamo raccolto quello che sta seminando il sistema calcio, ovvero nulla. Nella stragrande maggioranza dei casi non si fa più calcio per il gusto di farlo, non si mette più la passione davanti a tutto: oggi domina il business, la ricerca continua del denaro, ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti: troppa improvvisazione, troppa gente che non ha i requisiti per occupare determinati ruoli, nessuna programmazione e zero idee. Lo dico con profondo dispiacere, questo calcio è una pagliacciata. Dopo Italia-Svezia speravo in una autentica rivoluzione, ed invece abbiamo visto che non cambierà praticamente nulla.
POCHESCI E ANCELOTTI…Pocheschi ha sparato a zero contro questo sistema, ma personalmente non lo critico, perché ha avuto coraggio. Io ormai vivo in una zona tranquilla dell’Abruzzo, tra il mare e le montagne, isolato dalla vita mondana e caotica: a volte penso che sia un bene, perché se intervenissi nelle varie trasmissioni televisive, probabilmente direi di peggio, rispetto a quello che ha detto l’allenatore della Ternana. Ancelotti nuovo ct azzurro? Di sicuro si tratta di uno dei migliori tecnici del mondo, ma a parte che ho i miei dubbi sul fatto che accetterà , dobbiamo metterci in testa che un allenatore da solo non può fare miracoli, se dietro non c’è un progetto ben definito ed un movimento credibile.
NEL NOME DEL…BUSINESS-Gestisco una scuola calcio con mio fratello, in Venezuela, ma in Italia sinceramente non ho intenzione di lavorare nel mondo del calcio, né come allenatore né come dirigente. Vedo quello che succede nelle varie scuole calcio, e resto allibito: i ragazzi non vengono educati, non vengono istruiti, si pensa solo a guadagnare ed a vendere i kit. Insomma, come dicevo prima, anche in questo caso a prevalere è solo ed esclusivamente il dio denaro.
L’AMARANTO ED IL GIALLOROSSO-Lecce e Reggina rievocano ricordi incancellabili, di un calcio fatto da uomini veri. Sono legatissimo ad entrambe le squadre e ad entrambe le città . Lecce rappresenta i miei trascorsi più importanti da calciatore, ma anche a Reggio ho vissuto due anni meravigliosi. Ricordo con particolare affetto Mimmo Praticò, che per me è stato un secondo padre. Si, il Lecce sta facendo grandissime cose, credo che questo sia davvero l’anno buono per il ritorno dei giallorossi in serie B: l’unico problema che potrebbero avere è quello di sottovalutare determinati avversari, cosa già successa negli anni passati Il cuore sarà diviso a metà durante la sfida di sabato, spero in un pareggio che alla fine non scontenti nessuno, e spero che anche la Reggina, nel minor tempo possibile, possa ambire a quei grandi obiettivi che una tifoserie come quella reggina merita…
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