Fin qui tutto bello. La Reggina è in linea con i programmi di inizio stagione (anzi, a dirla tutta è andata oltre), la squadra dimostra solidità e nell’ambiente si respira un’aria serena e distesa. Il credo tattico di mister Maurizi sta trovando risposte sul campo e i ragazzi dimostrano di recepire il concetto di comando del gioco. E’ ovvio anche che incappare in “incidenti di percorso” sia routine per chi sta ripartendo praticamente da zero. C’è, però, un dato che stona con un’infinità di note positive.
Dopo 13 partite Bianchimano e compagni hanno realizzato 11 gol. Poca cosa se consideriamo che peggio della squadra amaranto hanno fatto solo quattro squadre: Akragas, Andria, Fondi e Rende. Tre di queste sostano nelle ultime sei posizioni della graduatoria, mentre il Rende, un po’ a sorpresa, si ritrova con 20 punti al settimo posto.
Tralasciando una premessa che riteniamo sia più che assodata (questa squadra deve salvarsi), la svolta, per alzare l’asticella, deve necessariamente arrivare dal pacchetto avanzato. Per cinque volte in questa stagione, il 38% delle gare giocate, la Reggina è rimasta a secco. Mai, e sottolineiamo mai, i ragazzi di Maurizi hanno segnato più di duereti in queste prime tredici partite. Per salvarsi non servono le goleade, ma per vincere serve segnare un gol in più dell’avversario.
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