Due anni dopo, di nuovo in panchina. Riparte da Catanzaro l’avventura di Davide Dionigi, ingaggiato dalla società di Floriano Noto al posto di Alessandro Erra.
L’amatissimo ex amaranto, debutterà al Ceravolo proprio contro il Matera, ultima squadra da lui allenata poco prima che il patron dei lucani, Palummella, optasse per l’esonero del tecnico emiliano dopo appena 5 giornate.
Entusiasmo, voglia di rimettersi in gioco e grande sintonia con la nuova società : sono questi i dati emersi dalla conferenza stampa di presentazione, che ha visto Dionigi pronunciare le prime parole da tecnico delle “Aquile” giallorosse.
FEELING IMMEDIATO-Non mi piacciono i luoghi comuni e le frasi fatte, ma ci tengo a ringraziare questa proprietà . Ho conosciuto tanti presidenti, tanti addetti ai lavori e tanti direttori, ma con questa società si è creato un feeling immediato, che mi ha spinto ad avere voglia di iniziare velocemente una nuova avventura. I miei recenti esoneri? Si guarda la storia di un allenatore solo sulla carta, in base alle vittorie, alle sconfitte ed appunto agli esoneri: questo è anche normale, ma spesso non si analizzano le motivazioni di certi esoneri, che per quanto mi riguarda preferisco tenere nel mio bagaglio tecnico ma soprattutto umano.
IDEA DI GIOCO-Questa è una squadra che conosco, ma è una conoscenza esterna. Un conto è conoscere la tipologia dei calciatori, un conto è viverli da vicino. Il Presidente ha detto che cercavano un allenatore che condividesse certe scelte societarie da un punto di vista tecnico; quando ci siamo incontrati abbiamo capito subito che le caratteristiche di questi giocatori rispecchiavano in toto un’idea di gioco che può essere raggiunta nel tempo.
PROBLEMI DA RISOLVERE-In questi anni mi è capitato di scoprire tanti giovani ai quali sul momento non era stata data neanche tanta importanza, ma oggi giocano in categorie superiori. Non è giusto parlare di chi c’era prima di me, è successo anche a me di essere esonerato ed è giusto essere rispettati. Allo stesso tempo, sta a me adesso individuare i problemi che ci sono. Riuscire a cambiare l’andamento delle cose, di certo stuzzica: a volte ci si riesce subito ed a volte c’è bisogno di un po più di tempo, ma l’importante è raggiungere l’obiettivo.
LAVORO SUL CAMPO…L’idea di gioco va inculcata nei giocatori non solo dal punto di vista delle giocate e dell’atteggiamento, ma anche sotto il profilo di una condizione atletica. Quanto tempo ci vorrà ? Non è corretto dirlo adesso, mi interessa molto capire la predisposizione dei ragazzi, verso un sistema che di certo ha bisogno di intensità , sacrificio e tanta coesione di gruppo. Quando si subentra sono tante le cose da valutare, non è come quando si costruisce una squadra dall’inizio. I primi giorni cercherò di lavorare sulla testa, ma anche quello è un lavoro che viene dal campo. Dobbiamo preparare una partita importante e c’è poco tempo, cercherò di essere chiaro e conciso perché c’è una miriade di cose da fare…
PRIMA IL COLLETTIVO-Il reparto offensivo è un lusso per la categoria, ma per sfruttare le proprie caratteristiche avrà bisogno della squadra. Posso giocare con tre punte o con le due punte ed un trequartista, davanti mi piace cambiare ma mantenendo quei principi di gioco che devono rimanere fissi. Il Catanzaro ha individualità importanti, serve il connubio tra individualità tecniche, mentali e fisiche. Ho allenato Letizia a Matera e per un breve periodo Falcone a Varese, mentre negli ultimi anni della mia carriera da giocatore, c’era un giovanissimo Nordi in porta a Taranto ed un giovane Infantino ad Andria. Ripeto, nel mio sistema di gioco il collettivo viene prima del singolo, se non c’è la squadra il singolo fa poca strada…
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