E’ giusto premetterlo subito: questa Reggina non era una squadra “fenomenale” prima, non è un gruppo di “brocchi” adesso, dopo il primo ko interno rimediato nel derby di ieri sera contro il Cosenza.
Scarica la formazione amaranto, più mentalmente che fisicamente (anche se molti calciatori a metà ripresa hanno dovuto fare i conti con problemi muscolari). E’ mancata l’intensità , caratteristica prioritaria del calcio di Maurizi in queste uscite, unita ad un’incapacità di manovrare e costruire soprattutto per la bravura di Braglia e del Cosenza, capace di imbrigliare De Francesco con l’abnegazione di Loviso e Calamai, interditori alternati al servizio dei rossoblù. Ha perso meritatamente la Reggina perchè non è riuscita a creare nulla o quasi, perchè non è riuscita a trovare soluzioni alternative per arrivare a concludere.  E qui che sono emersi tutti i limiti della Reggina attuale: una squadra con la coperta corta…forse troppo corta. Perchè l’attacco, inteso come reparto offensivo, si palesa troppo leggero negli uomini a disposizione di Maurizi in virtù delle assenze (pesantissime) del tridente potenzialmente titolare (Di Livio-Tulissi-Bianchimano). Il tecnico ha cercato di ovviare alzando Porcino, ma visto che (lo ribadiamo) la coperta è corta ha subito la pessima prestazione della linea mediana, incapace di “rompere”, figuriamoci di costruire.  Al tecnico reggino, però, probabilmente va rimproverato di non essere riuscito a gara i corso a contenere il Cosenza sulle corsie laterali, dove Corsi e D’Orazio sin dal primo minuto hanno dettato legge trovando spazi e campo con continuità . Alla Reggina di ieri è mancato quasi tutto, soprattutto le idee, ma anche gli uomini per poterle concretizzare e la differenza qualitativa con una compagine costruita per recitare un ruolo da protagonista (il Cosenza) si è manifestata plasticamente. Non se ne faccia un dramma, perchè sarebbe ridicolo, ci si rifletta sopra, cosa più utile.
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