“Vogliamo tornare da Fondi con una vittoria”. Missione compiuta, mister Maurizi. L’obiettivo fissato nell’incontro con la stampa della vigilia è stato centrato con personalità , sofferenza, qualità e – tutto sommato – merito. Gli amaranto raccolgono gli applausi ai piedi del settore ospiti del Purificato, il tecnico lascia il palco ai suoi ragazzi ma dietro il sipario un encomio va rivolto anche a lui.
No, non è stata una passeggiata. La Reggina non ha incantato. Ha perfino dato meno ritmo e intensità alla sua prestazione rispetto ad altre uscite. Eppure il raccolto resta ricco e va oltre il preziosissimo risultato ottenuto in trasferta.
L’autorevolezza esibita nell’avvio dell’incontro testimonia come la squadra dello Stretto sia scesa in campo con le idee chiare su quale fosse il piano tattico, l’importanza del match, le caratteristiche dell’avversario e – soprattutto – proprie. Sì, perché questa squadra, non ci stancheremo di ripeterlo, è e sarà condannata a “fare la partita”. Per caratteristiche, fisiche e tecniche, è inadatta al gioco di rimessa. Deve tenere le redini, il comando territoriale e del pallone. Missione complicata per una squadra che ha nella salvezza l’obiettivo, eppure unica strada percorribile per un gruppo costruito lesinando sui muscoli e con generosità nel talento. Mezavilla a dare il ritmo, De Francesco a far fiorire il pallone in qualsiasi zona del campo, le mezzali sempre presenti nelle due fasi, la partecipazione alla manovra degli attaccanti, dei terzini, della squadra che collettivamente riesce a rimaner corta.
In sintesi, primi automatismi, principi di concreta coralità , consapevolezza delle proprie caratteristiche. Elementi non casuali, conseguenza del lavoro svolto durante le settimane spese al S. Agata. Che la Reggina abbia proseguito con lo stesso piglio dopo aver visto negato un rigore solare (l’ennesima svista di questo sfortunato avvio di stagione sul piano arbitrarle) senza abbandonarsi al nervosismo sterile è un incoraggiante segnale di maturità .
Detto della proficua preparazione dell’incontro, la firma sul successo il tecnico di Colleferro la mette con la lettura della gara. Primo cambio: dentro Marino, suo il gol che decide la partita. Secondo cambio: tocca a Fortunato, sua la punizione cui la traversa nega lo 0-2. Il Fondi tenta il forcing, la Reggina balla dietro e Cucchietti è chiamato agli straordinari? Maurizi pesca Pasqualoni, stringe Laezza, passa a 5 in difesa rinunciando a Sciamanna e affida a De Francesco il compito di raccogliere calci e punizioni. Il Fondi, da lì in avanti, non si fa più vivo. No, non è un caso e permetterà al tecnico di accreditarsi ulteriormente agli occhi dei tifosi, della stampa e – soprattutto – dei suoi calciatori.
C’è da migliorare? Eccome. Troppe volte le coperture preventive su azioni da palla inattiva a favore non hanno funzionato, numerose le ripartenze prese e anche qualche pallone tra le linee non letto nel migliore dei modi. In fase offensiva serve maggiore cattiveria; che arriverà probabilmente, con i rientri di Bianchimano e Tulissi, senza dimenticare Di Livio.
Intanto però la Reggina scivola dal Purificato con in mano tre punti e un pallone, autografato Agenore Maurizi. Guarda la classifica e, aspettando le altre, si ritrova in piena zona promozione…
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