Sembra solo ieri quando l’ex tecnico Zeman, privo di un’ala che potesse essere funzionale al suo fedelissimo 4-3-3, decideva di alzare il raggio d’azione di Toti Porcino. Il tecnico boemo ha fatto di necessità virtù e la sua intuizione, nel breve termine, ha dato riscontri assolutamente positivi. Il gol con il Messina alla seconda giornata sembra spianare la strada all’ex Taranto quel ruolo non lo lascerà nemmeno in occasione dell’infortunio di Possenti e anche con il cambio modulo ed il passaggio al 3-5-2 continuerà a dare sfogo a tutte le sue doti offensive.
Ad oggi se alla nostra porta bussasse un tecnico e chiedesse informazioni per il classe ’95, lo descriveremmo con una parola: duttile. E’ questo il suo cavallo di battaglia. Un calciatore che abbia nelle proprie corde l’abilità di interpretare più ruoli non può che essere di fondamentale importanza per il proprio allenatore.
Quest’anno le cose sembrava dovessero tornare al “loro posto”, ma l’escalation di Solerio nelle gerarchie di Maurizi e le buone prove di Porcino in un ruolo più “avanzato” e a partita in corso hanno fatto ricredere il tecnico. Mezz’ala contro il Matera, Porcino con una freddezza degna di un bomber da 20 gol a stagione ha regalato il parziale vantaggio agli amaranto, bissando quanto accaduto due settimane prima con il Catanzaro.
Da interno di centrocampo o esterno d’attacco, Porcino viene parzialmente esonerato dai compiti difensivi, avendo più libertà d’azione. E’ questa la chiave vincente: più avanti si trova, più diventa un potenziale pericolo per la difesa avversaria. E se a dirlo sono le statistiche…
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