Portano la firma del tecnico romano i 4 punti conquistati nelle ultime due partite dalla Reggina. Sbagliando si impara verrebbe da dire, perchè se gli amaranto a Rende sono capitolati per una disposizione eccessivamente “offensiva”, quasi come se fossero alla disperata ricerca del gol, a Pagani è accaduto l’esatto contrario. Ma andiamo con ordine.
La chiave tattica del match con il Catanzaro è senza dubbio stata la contromossa di Maurizi all’uscita dal campo di Francesco Puntoriere. L’ala giallorossa, sino a quel punto, aveva ben contenuto le sortite offensive di Toti Porcino. L’ex Benevento ha pian piano guadagnato campo, alzando il proprio raggio d’azione, sino a diventare decisivo con l’inserimento del definitivo 2-1.
A Pagani la Reggina va “meritatamente” in svantaggio nel primo tempo, rivelandosi tanto fragile e per nulla incisiva. La strigliata del tecnico amaranto all’intervallo ha sortito gli effetti sperati. La squadra, con un baricentro più alto, porta più uomini nella metà campo avversaria, mettendo alle corde la formazione di casa, sino al gol di Sciamanna, che pare essere il “punto di ritorno” per gli amaranto. Già , perchè gli azzurrostellati tornano ad affacciarsi dalle parti di Cucchietti, procurandosi addirittura il calcio di rigore poi neutralizzato dallo stesso portiere.
L’espulsione di Picone rappresenterebbe per i più una ghiotta occasione di portare a casa i tre punti. Non per Maurizi, il quale legge in anticipo lo sviluppo del match. Niente assalti, gli amaranto si fanno trovare semplicemente più accorti. Perchè Rende ha segnato ed insegnato. La Paganese difende con ordine, gli spazi si riducono. “In dieci si gioca meglio che in undici” diceva Nils Liedholm. Bè, il Barone mica aveva tutti i torti…
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