Estate 2011, la Reggina, reduce dalla cocente delusione di Novara, vede partire il proprio tecnico Gianluca Atzori alla volta di Genova, destinazione Sampdoria, per guidare i blucerchiati verso la risalita in A. In riva allo stretto, sponda Reggio, il presidente Foti decide di affidare le redini della squadra a Roberto Breda, l’anno precedente protagonista sulla panchina di una Salernitana penalizzata di 5 punti e sull’orlo del fallimento (la promozione nella serie cadetta sfumerà nella finalissima dell’Arechi contro l’Hellas Verona).
Il tridente composto da Fabinho, Dino Fava Passaro e Antonino Ragusa si è rivelato per lunghi tratti della stagione l’arma in più dei granata, i quali tra mille problemi disputarono comunque un campionato davvero di alto livello. Sembra la stagione della consacrazione per Breda che, rimasto a spasso l’estate successiva, firma con la Reggina.
Il desiderio del tecnico veneto è quello di portare in riva allo Stretto entrambi gli esterni d’attacco della Salernitana. Nasce così una vera e propria trattativa. Il passaggio di Fabinho, all’epoca di proprietà dell’Udinese, in amaranto non si concretizza, contrariamente a quanto successo con Ragusa.
Sabato al Marcello Torre di Pagani Fabinho e la Reggina si rincontreranno. Resta da capire se l’esterno sarà del match, visto il ritardo di condizione che gli ha impedito di scendere in campo a Cosenza lo scorso weekend. Da possibili amici ad avversari, di nuovo l’uno sulla strada dell’altro…
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