Si è chiuso ieri, nel consueto orario (23), il calciomercato. Per la Reggina, squadra rivoluzionata in (quasi) ogni suo effettivo, il coordinatore dell’area tecnica Basile aveva lanciato un messaggio, breve e coinciso, in sede di presentazione: linea verde e calcio sostenibile, all’insegna di uno dei budget più risicati dell’intera Serie C. Due concetti di cui sentiremo ancora parlare nel corso dell’annata amaranto, visti i dubbi a farne da cornice. Che si possa impostare un progetto su questi termini ce lo insegnano squadre come il Crotone, che, grazie ai buoni rapporti con club d’élite (Fiorentina e Roma su tutti) si è garantita per tanti anni la permanenza nella serie cadetta, prima di esplodere definitivamente e coronare il sogno chiamato Serie A.
La verità , però, è che chi è arrivato in riva allo Stretto si affaccia per la prima volta ad un campionato professionistico. Il che sta a significare che, per raggiungere l’obiettivo salvezza, bisogna bruciare il graduale passaggio, caricandosi un peso enorme sulle spalle e spingendo il piede sull’acceleratore. C’è anche chi ha maturato qualche esperienza nei campionati di terza serie, ma è forse troppo giovane per poter essere da traino per i “babies“.
Alla società , però, va dato atto di essere riuscita nell’intento di trattenere due giocatori di fondamentale importanza. Stiamo parlando di Alberto De Francesco, fresco dell’investitura della fascia di capitano, e Toti Porcino, reggino doc e reduce da una stagione altisonante. Il primo può tranquillamente essere considerato un top player della categoria, dall’alto delle sue giocate di fino e di una visione che poco ha a che fare con la Serie C. Discorso molto simile per Porcino, le cui prestazioni non sono di certo passate inosservate l’annata scorsa ed è risultato continuo oltre che decisivo in più di una circostanza. La grana da risolvere riguarda ora il contratto dei due calciatori, in scadenza nel 2018. Se non si dovesse giungere ad un accordo da qui al 31 di gennaio, De Francesco e Porcino saranno praticamente liberi di concordarsi con un altro club. E chi sostiene che le motivazioni possano essere immutate con la consapevolezza di dover lasciare la maglia amaranto nel giro di qualche mese? Per non parlare del gravoso danno economico che potrebbero subire le casse della società . Un’eventuale cessione, dopo il rinnovo del contratto, vorrebbe dire monetizzare e, perchè no, finanziare la stagione a venire. In caso contrario la Reggina si lascerebbe scappare due pezzi pregiati senza trarne vantaggio alcuno.
Cosa manca dunque a questa squadra? Di sicuro degli elementi esperti e di carisma che possano fare da chioccia ai più giovani. Il solo Mezzavilla, dall’alto delle sue 34 primavere, non può bastare. Il campionato di Serie C, specie nei passaggi clou, richiede esperienza e freddezza. Nel 2015 il ritorno alla base di Cirillo, Belardi e Aronica si rivelò decisivo per le sorti di quella stagione, sebbene la situazione, dopo la salvezza, precipitò per cause non imputabili al verdetto del campo.
Tra dubbi, certezze e carenze di esperienza è ancora presto per esprimere un giudizio. Sarà solo il tempo e quel rettangolo verde a dare torto o ragione alle scelte prese dalla società .
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