E’ stato il tormentone di questo rush finale di mercato, ma alla fine tutto si è risolto con un nulla di fatto. Andrea Bianchimano resta alla Reggina, così come riportato in anteprima da Rnp nella giornata di domenica (clicca qui). Lo scorso week end la fumata nera nella trattativa col Cittadella, martedì il reintegro definitivo in prima squadra. Favola a lieto fine, all’insegna del “vissero tutti felici e contenti”. La speranza, o se preferite l’augurio è questo. Ma nello sviluppo di questa vicenda, non si possono non notare alcuni errori madornali, commessi da una pare e dall’altra…
“Il ragazzo vuole la serie B ed al momento non ha le giuste motivazioni”. Questa, in estrema sintesi, la spiegazione data dal tandem Basile-Mauziri, in merito all’iniziale esclusione dell’attaccante ex Milan. Per carità , ogni calciatore è giusto che abbia l’ambizione di migliorare la propria carriera, e volere fare il salto di categoria è più che legittimo, soprattutto se il club che ne detiene il cartellino ha un obiettivo non certo esaltante, come quello di salvarsi in serie C. Se tutto ciò porta a puntare i piedi, ad avere il cosiddetto “mal di pancia“, allora è il caso di farsi due domande e darsi due risposte. Bianchimano la scorsa stagione ha dato il suo indiscutibile contributo alla causa, partendo inizialmente a fari spenti (leggasi panchina…), per poi segnalarsi nel girone di ritorno come uno dei giocatori più preziosi nello scacchiere di Zeman. Mezzi atletici indiscutibili, per una partenza diesel che alla fine si è rivelata vincente. Ma così come ha dato, il ragazzo ha anche ricevuto, giocando grazie al club dello Stretto il primo campionato da professionista. Alla luce di quest’ultima motivazione, dispiace che sia finito nel “vortice” di tanti giovani calciatori, i quali al primo gol, alla prima mezza stagione ben riuscita, magari si sentono già fenomeni pronti per chissà quale platea.
Caro Andrea, non me ne volere, ma forse, dopo aver firmato un contratto che ti lega alla Reggina fino al 2019,  ti sei dimenticato quanto valga e quanto pesi questa maglia. Ti sei dimenticato quanto valgano questi colori. Ti sei dimenticato che questa è una delle piazze più importanti del sud Italia, per passione e tradizione. Ti sei dimenticato che giochi in un club che vanta nove anni di serie A. La Reggina vive un presente complicato, ed i tempi d’oro oggi sembrano lontani. Ma è sempre la Reggina. E farsi venire il mal di pancia, qui da noi, è consentito al massimo a chi ha vinto campionati e classifiche cannonieri, a chi vanta una storia quantomeno paragonabile alla nostra. Giochi nella Reggina Andrea, hai la fortuna di indossare la maglia amaranto. Per favore non dimenticarlo, non dimenticarlo più…
Dove finiscono gli errori del calciatore, cominciano quelli dell’area tecnica, che ha gestito il tutto in un modo riassumibile in due sole parole: autolesionismo puro. Per i principi esposti finora, siamo d’accordo con il direttore Basile (coordinatore dell’area tecnica è troppo lungo e formale…), il quale tempo addietro ha dichiarato pubblicamente che “è assurdo parlare di mal di pancia, con riferimento ad un ragazzo di 21 anni, con quattro gol all’attivo”.  Giusto, giustissimo. Ma a conti fatti, il ragazzo in questione è l’unico centravanti di ruolo di questa squadra. E qui entra di nuovo in scena il bene supremo, che è la Reggina. Fermo restando che siamo in presenza di un mal di pancia oscillante tra il fastidioso e l’inaccettabile, era il caso di sbandierarlo in pubblica piazza? Era il caso di consegnare subito  Andrea Bianchimano, al “pubblico ludibrio” di stampa e tifosi? La risposta è no. Sarebbe stato molto meglio cercare prima una soluzione più “ovattata”, nel chiuso del Sant’Agata. Solo dopo averle tentate tutte, si sarebbe dovuta scegliere la linea dura.
A certificare l’errore di gestione e comunicazione, ci sono le dichiarazioni di mister Maurizi, dopo il match di Coppa. “Bianchimano è un giocatore straordinario, ma ha quel tarlo nella testa di voler giocare in una categoria superiore…“. Preso atto di una valutazione tecnico-tattica che tutto è tranne che interpretabile, qui le cose sono due. O il mister è convinto di avere un reparto offensivo parimenti straordinario, tanto da poter rinunciare all’unica punta di peso, oppure si è deciso di andare ad un poligono di tiro con in mano una pistola ad acqua. Perchè un giocatore straordinario non lo escludi da allenamenti, amichevoli, coppa e debutto in campionato, senza avere un alter ego quantomeno a livello di caratteristiche. Non puoi farlo, se il tuo intero parco attaccanti ha messo a segno , complice la giovane età , dodici gol tra i professionisti (Bianchimano compreso….).
Tornando a Basile, non può che balzare agli occhi la frase con cui il direttore ha concluso di fatto il mercato estivo “Bianchimano resta con noi, siamo contentissimi“. Bene, benissimo, siamo contentissimi anche noi. Però manca una parte della storia. Bianchimano resta alla Reggina anche (o soprattutto?), perché il Cittadella non ha presentato un’offerta ritenuta congrua. Altrimenti, probabilmente, la storia non avrebbe certo assunto i caratteri della favola, ed il finale sarebbe stato diverso. Completamente diverso.
Al tirar delle somme, tutti i diretti protagonisti da questa esperienza dovrebbero imparare dai propri errori. E noi metterci una pietra sopra, ripartendo dai fatti. Andrea Bianchimano da questa settimana è nuovamente un giocatore-cardine della Reggina 2017/2018. Adesso, da una parte  servono corsa, sudore ed attaccamento (oltre ai gol, che mai come in questo caso rappresentano la vera panacea di tutti i mali) per tornare subito nel cuore della tifoseria. Dall’altra, si dovrà gestire al meglio un giovane che può dare ancora tanto e che sicuramente ha ancora tanto da dimostrare, diventando davvero protagonista. Mai più separati in casa, mai più caccia alle streghe. Solo così, ci sarà un vero lieto fine…
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