Un debutto in campionato così, Jacopo Sciamanna forse non lo avrebbe immaginato neppure nei suoi incubi peggiori.  Sia chiaro, il suicidio amaranto al Lorenzon di Rende non si può e non si deve attribuire solo ed esclusivamente all’ex Correggese: sarebbe ingiusto e di certo non in linea col nostro modo di vedere le cose, ben lontano dalla ricerca del mostro da sbattere in prima pagina.
Premesso ciò, il numero 21 ha macchiato la propria serata con due errori assolutamente surreali. Clamoroso il primo, arrivato tramite un colpo di testa da metri zero, spentosi sul fondo. Quasi inspiegabile il secondo, quando ha lisciato in maniera grottesca un pallone che bastava spingere ad occhi chiusi nella porta ormai sguarnita, quasi come fosse diventato il più attento e cinico dei difensori avversari.
Roba da non dormirci la notte. Due papere da “horror show” che hanno vanificato una prova personale tutto sommato discreta, se la guardassimo sotto il profilo dei movimenti e della volontà . Ma un attaccante non si può limitare a corsa e movimenti, un attaccante deve fare gol. E se la palla non la butti dentro per sfortuna, è inutile rimuginare troppo. Se invece gli errori in questioni sono frutto di poco “killer istinct”, allora è giusto assumersi le responsabilità e prendersi, soprattutto a caldo, le sacrosante critiche (sperando che almeno il ragazzo non sia stato colto da quei  “venti di permalosità acuta e rifiuto di ogni forma di critica“, che negli ultimi anni continuano a soffiare in riva allo Stretto…). E’ così per tutti, in ogni campo. E’ così che si cresce, si matura e si migliora.
Adesso però, Rende è alle spalle. E bisogna voltare pagina, dimenticare ciò che poteva essere e non è stato. Senza se e senza ma, senza guardarsi indietro. Ed in queste tappe di avvicinamento ad un derby col Catanzaro che per vari motivi si preannuncia delicatissimo, Jacopo Sciamanna va lasciato tranquillo. Anzi, è il primo che va sostenuto ed incoraggiato. Ieri le “sane bacchettate”, oggi un sorriso ed una pacca sulla spalla.
Perchè lui, più di tanti altri compagni, in questo momento per la Reggina rappresenta una risorsa, essendo uno dei pochissimi giocatori di proprietà del club dello Stretto, come recita un contratto firmato fino a giugno 2019. In caso contrario, si rischia di schiacciare sotto il peso delle responsabilità un elemento che lo scorso anno in D ha vissuto una stagione strepitosa, come testimoniano i 23 gol in 31 presenze, ma che mancava dalle scene del calcio professionistico da quasi cinque anni. Il ragazzo si sta giocando una carta importantissima, la Reggina idem.
Sarà compito del management, qualora ve ne fosse bisogno, motivarlo e rigenerarlo, specie considerando il fatto che l’attacco amaranto è stato privato a lungo di un centravanti puro, a causa della vicenda riguardante Andrea Bianchimano (una storia gestita malissimo su entrambi i fronti, di cui parleremo a stretto giro di posta…). Al calciatore invece, spetterà il compito di reagire, di dimostrare che una serataccia può capitare, facendo sfoggio di quelle spalle larghe indispensabili per chiunque indossi una maglia che non sarà mai come tutte le altre. Avanti senza drammi, per cancellare l’incubo di Rende c’è ancora tutto il tempo…
Commenti