La Reggina resuscita il Matera. Dopo cinque ko consecutivi gli uomini di Auteri riassaporano il gusto della vittoria mentre gli amaranto tornano per l’ennesima volta sconfitti da una gara in trasferta.
Zeman sceglie Maesano per Romanò sulla corsia destra del suo 5-3-2 con il chiaro intento di “contenere” gli esterni offensivi materani ed è costretto a rinunciare, almeno in partenza a De Francesco, in panchina per problemi fisici. Così in mediana, insieme a Botta e Bangu trova spazio Knudsen: il danese, però, non giocherà la gara della vita…
Parte meglio la formazione lucana, Strambelli e soprattutto Lanini spingono forte sulle rispettive corsie, mettendo all’angolo gli esterni difensivi amaranto Maesano e Porcino. E sono proprio i due attaccanti di Auteri, nel giro di pochi minuti subito dopo il via, a “tastare” la reattività di Sala con due tentativi da fuori trovando in entrambe le occasioni il portiere amaranto pronto alla presa.
Ma la Reggina è lenta e contratta, non riesce quasi mai ad uscire dalla propria metà campo e, palla in possesso, soffre l’aggressività dei mediani materani in pressing costante. Naturale il vantaggio locale: palla sporca in mezzo all’area amaranto, Giovanni Di Lorenzo (uno dei tanti ex del match) trova la girata vincente. La parabola del terzino biancoazzurro è particolare e sorprende Sala, non particolare reattivo nell’occasione. Il Matera si porta avanti ed inizia a giocare sul velluto: Casali sfiora il raddoppio, Negro lo trova su calcio di rigore. Il numero 29 è bravo a guadagnarsi il fallo con De Vito che, sulla corsa, gli frana di sopra (anche se Negro non fa nulla per restare in piedi) e freddo a battere Sala (che per un soffio non ci arriva). Penalty assegnato dall’assistente di gara che corregge l’arbitro Mei che in un primo tempo aveva assegnato un calcio di punizione dal limite (ma il fallo avviene effettivamente dentro l’area)Ma i guai per gli amaranto non si esauriscono con il raddoppio materano: Botta è toccato duro dall’altro ex De Rose ed è costretto al cambio. Sotto di due reti e con un tempo già andato, Zeman non ha più nulla da perdere e allora inserisce Leonetti e cambia aspetto alla sua squadra che passa al 3-4-3. Ed è in solo in quel momento che, sul finale di primo tempo, la Reggina accenna timidi segnali di risveglio, ma senza “esagerare”, perché tiri in porta, alla fine dei conti, non ne arrivano.
Al rientro dagli spogliatoi l’avvio della Reggina regala qualche speranza. Bianchimano sfonda sulla corsia destra entrando in area e cercando al centro l’appostato Coralli, anticipato proprio all’ultimo dalla difese locale. Qualche istante dopo è Leonetti con un’iniziativa personale a chiamare Tozzo alla presa bassa. Resteranno questi, purtroppo, gli unici due pericoli di marca amaranto dell’intero match.
Patema passato e Matera che decide di tornare a comandare: Lanini da due passi trova Sala in versione saracinesca, Casoli e Strambelli tengono in ansia la retroguardia amaranto. De Rose stampa la traversa con un destro da lontanissimo, Strambelli accarezza il palo con il mancino a giro. Dal canto suo la manovra della Reggina risulta lenta, confusa ed inefficace. La gara scivola via senza ulteriori emozioni, giusto il tempo per i materani di riassaporare il gusto dolce della vittoria. Per la Reggina la trasferta rimane un tabù: ma il vero campionato, forse, si gioca al Granillo.
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