La Viola è, finalmente, tornata al successo. Dopo un digiuno di vittorie lunghissimo, domenica i neroarancio sono tornati ad esultare contro l’EuroBasket Roma. Tra i protagonisti, c’è Patrick Baldassarre, arrivato a fine gennaio da Scafati.
“Spero – dice – di esserci scrollati di dosso questa negatività che io personalmente sento da un po’. Quest’anno ho vinto solo quattro partite, dopo che lo scorso anno in tutta la stagione ne avevo perse sette. Le sto apprezzando di più, ma vorrei decisamente invertire la rotta. Il momento della svolta per me è stata la fine del secondo quarto a Rieti. Meno venti, squadra morta, ci siamo guardati tutti in faccia. Al rientro in campo avete visto una squadra diversa, è scattato qualcosa, è cambiato qualcosa, se lì fossero entrati due canestri in più avremmo vinto pure quella”.
E domenica c’è stata la conferma: “Ho visto una squadra unita, tutti esultavano per una palla recuperata, un rimbalzo, una tripla. Quando Voskuil ha messo quelle due bombe abbiamo gioito per lui, perché sappiamo che non sta attraversando un buon momento. Personalmente lo conosco e so quanto vale come atleta. È questo lo spirito per riuscire a salvarsi, bisogna lavorare e basta”.
Così ‘leggeri’ in vernice, si riesce a giocare sempre, oppure serve ancora un lungo con te e Guariglia? “Premesso che il mio ruolo non è il ‘cinque’. Ormai siamo così battaglieri e lo saremo sempre, non mi tiro indietro, mi piace il ruolo che faccio, alla fine il coach mi dà possibilità di sfruttare le mie caratteristiche. Con Roma abbiamo vinto, con l’innesto di Marcus che è un tre atletico e aiuta a rimbalzo, potremmo anche farcela così. E poi, con gli anni che passano, provare a dare consigli ai giovani, soprattutto a quelli che ascoltano e hanno voglia di imparare è stimolante. Ci sono dei giovani che hanno fame e li riconosci subito, e quando vedi gente come Guariglia o lo stesso Lorenzo Caroti, la cosa più bella è cercare di dare quel poco di esperienza che ho maturato”.
Poi una battuta finale: “Sarò sempre così indomito? Purtroppo per gli altri, sì. È il mio carattere, ci tengo ad onorare la maglia che vesto. Domenica mi è venuta la pelle d’oca a un certo punto, non oso immaginare questo palazzetto con altre duemila persone o tutto pieno”.
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