Proprio come all’andata, una dormita difensiva ad inizio ripresa costa alla Reggina il ko contro il Lecce. Al di là della consistenza generale di un avversario che a conti fatti non ha rubato nulla, gli amaranto si interrogano sulle troppe reti concesse sotto forma di “gentili omaggi”. Non è bastata, questa volta, la gemma targata Coralli, giunto al quarto gol del 2017 con un numero di rara bellezza. I salentini tornano dunque “bestia nera”, interrompendo la serie utile interna dei ragazzi di Zeman, che durava da 6 giornate,
MARCONI & CORALLI, MAGIE AL GRANILLO-Nella Reggina la sorpresa iniziale si chiama Carmelo Maesano, che prende il posto di Leonetti come esterno alto. Per il resto, Zeman ripropone dieci undicesimi dell’undici base già visto contro Monopoli e Cosenza, con Knudsen preferito al rientrante Bangu nel terzetto di centrocampo.Sul fronte leccese, spicca l’assenza di Caturano, bomber principe del torneo, il quale parte dalla panchina causa i problemi fisici accusati in settimana.
Ad aprire le danze, dopo soli quattro minuti, è la capolista. Doumbia approfitta dell’incertezza di Cane e scappa via a sinistra, il successivo assist per Costa viene “murato” con il petto da Kosnic. Gli spazi sono pochissimi da una parte e dall’altra, le maglie difensive vengono aperte più che altro a seguito di errori individuali. Non riuscendo a sfondare per vie centrali, gli ospiti cominciano a provarci dalla distanza, fino a rendersi letali. La sventola di Mancosu al 19′ si perde di poco alla destra di Sala, ma due minuti dopo Marconi lascia tutti a bocca aperta, inventandosi una traiettoria ai limiti dell’impossibile dai 20 metri, che lascia impietrito l’estremo difensore locale e termina in rete dopo aver toccato la traversa. Nella circostanza, da segnalare le veementi proteste degli amaranto per un fuorigioco che in realtà sembra non esserci. La Reggina prova ad alzare i ritmi, al 24′ Perucchini sveste i panni dello spettatore per accompagnare in corner un tentativo di De Francesco.
Al 26′ è ancora Lecce, con Kosnic e Botta costretti agli straordinari per tamponare l’avanzata di Doumbia e Costa. Proprio quando la strada sembra farsi maledettamente in salita, la compagine dello Stretto si aggrappa a Claudio Coralli, fin lì controllato a dovere da una difesa pugliese sorretta dai muscoli di Ciccio Cosenza (ex della partita, insieme a Giosa e Maimone). Sull’improvviso rilancio targato Knuden, il capitano si esibisce in uno stop volante da stropicciarsi gli occhi, arpionando la sfera e concludendo il tutto con un pallonetto-capolavoro che elude l’uscita di Perucchini. 1-1 al 28′, per il bomber toscano terzo gol in cinque giorni.Il Granillo si spella le mani, i ragazzi di Zeman riprendono coraggio. Il Lecce dal canto suo prova a spostare l’inerzia della contesa sugli esterni, producendo prima del riposo due cross insidiosissimi, che trovano la difesa reggina impreparata: in entrambe le circostanze, Sala se la cava alla meno peggio, riuscendo a smanacciare.
DIFESA FERMA, DOUMBIA NON PERDONA-La ripresa comincia come il peggiore degli incubi. Il cronometro non ha completato il secondo giro, quando Pacilli dalla destra mette in mezzo per Doumbia: l’attaccante ospite è in beata solitudine, e da due passi riporta nuovamente avanti il Lecce. Stordita dall’inizio-shock, la Reggina appare fragile, Perucchini torna a dormire sonni beati. Dopo aver fornito l’assist al bacio per Doumbia, Pacilli prova a fare tutto da solo al 14′: la punizione dell’undici giallorosso è potente, ma difetta in precisione. Superata l’ora di gioco, Zeman e Padalino cambiano: da una parte dentro Bangu e Leonetti per Knudsen e Maesano, dall’altra spazio per il “pericolo pubblico” Caturano, che sostituisce Marconi.
I minuti passano inesorabili, nè Bangu nè Leonetti sembrano riuscire a cambiare l’inerzia della manovra reggina. La retroguardia salentina controlla in tranquillità , mentre a salvare la Reggina è uno strepitoso colpo di reni di Sala, che alza il corner la nuova conclusione di uno scatenato Pacilli. Sui titoli di coda, altro guaio per gli amaranto: Coralli, già in diffida, protesta vivacemente per un contatto in area leccese, l’arbitro non gradisce e gli rifila un giallo che costringerà l’attaccante a saltare la prossima gara, in casa della Juve Stabia. All’82’ Caturano potrebbe incrementare il successo leccese, ma da posizione più che invitante spreca la ripartenza dei suoi.
E’ l’ultima emozione del match, la gioia è tutta per la cinquantina di tifosi giunti dalla Puglia a sostenere la prima della classe. Per la Reggina il distacco dalla salvezza adesso è di due punti, ma le notizie peggiori arrivano da Catanzaro, dove le aquile vincono al 90′ lo scontro diretto con l’Akragas. Non manca certo il tempo per recuperare terreno, ma la classifica adesso dice terzultimo posto, e guardando i prossimi impegni del calendario c’è poco da stare sereni…
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