Paganese, Fondi, Messina, Akragas, Catania, Cosenza. Da metà dicembre a questa parte, ed escludendo la gara interna contro il Monopoli, la Reggina ha subito sempre almeno una rete. Dato certo, su cui non si discute, e che conferma ancora di più le difficoltà della difesa amaranto.
Ma non è questo che qua si vuole evidenziare, quanto piuttosto l’origine da cui ultimamente sono scaturiti gli errori che hanno condotto alle reti avversarie: i calci piazzati. Quasi in fotocopia le disattenzioni sui gol subiti a Pagani, Catania e Cosenza, calci d’angolo che hanno visto impreparata la retroguardia della Reggina. Una punizione ha permesso invece al Messina di sbloccare il derby, così come all’Akragas di accorciare le distanze. In casa contro il Fondi, la segnatura del momentaneo pari non è arrivata da calcio piazzato, ma anche in quella occasione è evidente l’errore di un singolo (Sala) che fa il paio con tutte le disattenzioni sopra descritte, individuali o collettive.
Niente di nuovo su quanto già si sapeva in merito alle difficoltà della retroguardia. Piuttosto, un pezzo in più da aggiungere ad un puzzle che rischia di alimentare – di settimana in settimana – tanti rimpianti. E’ successo più volte nel corso della stagione, è aumentato a vista d’occhio nelle ultime gare. L’undici di Zeman gioca, produce, crea e finalizza. Ma rischia di vanificare tutto a causa di pochi, brevissimi, secondi di distrazione.
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