Fermo restando che nel calciomercato può succedere tutto ed il contrario di tutto, la Reggina sta definendo le proprie strategie per raggiungere l’obiettivo salvezza. Contrariamente a quanto si poteva supporre fino ad oggi, il club dello Stretto è fermamente deciso a non operare alcuno stravolgimento. L’idea è quella di confermare tutti gli elementi che, tra alti e bassi, hanno costituito l’asse portante della squadra in queste prime 21 giornate.
Il primo degli intoccabili, è Andrea Sala: l’estremo difensore di proprietà della Ternana, finito nel mirino delle critiche dopo le tre papere consecutive contro Paganese, Fondi e Messina, rimarrà il portiere titolare della Reggina almeno fino a giugno 2017. L’area tecnica crede fermamente nel ragazzo, ed è convinta che il vero Sala sia quello che nelle prime giornate ha tolto parecchie castagne dal fuoco, a suon di interventi decisivi. Non cambia di una virgola, neanche la posizione di Stefano Botta e Claudio Coralli, i quali continuano ad essere parte integrante del progetto, e sono considerati titolarissimi anche per il girone di ritorno.
Capitolo Kosnic. Qualche richiesta per il difensore serbo c’è stata, ma anche il nome del difensore serbo spicca alla voce “conferme”. Di sicuro, il sodalizio presieduto da Mimmo Praticò non vuole cederlo a nessuna delle società che in questo momento rappresentano una diretta concorrente per la salvezza, e per portare Kosnic via da Reggio servirebbero offerte importanti, che però verrebbero prese in considerazione solo per la prossima stagione. Identico il discorso relativo ad  Alberto De Francesco ed Antonio Porcino, ovvero i più richiesti tra gli amaranto: in questo caso le sirene provenienti dalla serie B sono molteplici (sul centrocampista scuola Lazio, c’è anche il gradimento del Crotone), ma sul tavolo della trattativa servono offerte consistenti, ed una eventuale cessione si potrebbe ipotizzare solo per la stagione 2017/2018.
La Reggina continua a credere in questo gruppo dunque, e sin dalla ripresa degli allenamenti l’obiettivo sarà quello di risalire la china e mettere la parola fine al blackout che ha trasformato applausi e sogni in critiche e legittime preoccupazioni. Niente rivoluzioni, fermo restando che si cercherà di piazzare chi per vari motivi non ha trovato spazio e di portare in riva allo Stretto quegli elementi in grado di dare sostanza verso il mantenimento di una categoria che non si può assolutamente perdere…
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