“La Reggina domina a Caserta e, anche se avesse firmato alla vigilia per un pari, per come si è messa la gara torna a Reggio con un carico di rimpianti”. Questo quanto scrivevamo nel day after di Casertana-Reggina, questo – grossomodo – il pensiero di tifosi e addetti ai lavori per una partita che gli amaranto avrebbero meritato decisamente di vincere.
C’era speranza, ottimismo, voglia di riscattare quel risultato ingiusto. E poi? In successione, una settimana dopo l’altra, i “cazzotti” di Matera, Vibonese e Siracusa. Come dei colpi diretti e inaspettati, per tutti. Una Reggina che addirittura iniziava già a cullare sogni di metà classifica (da playoff per intenderci), si ritrova nella realtà di una graduatoria che adesso comincia a preoccupare, seppur ancora siamo soltanto ad un quarto di stagione e l’obiettivo resti quello – decisamente alla portata – della salvezza.
Ma perché questa involuzione improvvisa? Sono tanti, troppi, gli interrogativi emersi e che non permettono di trovare con certezza una soluzione al momento. Ci si è chiesto di che natura possano essere i problemi attuali: tecnici, tattici, fisici o psicologici.
Zeman nel post partita di domenica ha, solo in parte, escluso problemi fisici, parlando più di limiti tecnici che, nelle prime giornate, erano stati superati dall’intensità che adesso manca. Ed è qui che riappare lo spettro di un calo fisico. Siamo sempre là , come un cane che si morde la coda. I problemi psicologici emergono pesantemente, forse a traino del finale di Caserta e della batosta con il Matera. I limiti tecnici ci sono, quelli tattici vengono fuori osservando gli ultimi gol subiti dagli amaranto.
La vera Reggina è questa o quella vista fino a tre settimane fa? Forse una via di mezzo, probabilmente tra qualche giornata si potrebbe avere la situazione più chiara. Di certo, ci vuole più equilibrio nei giudizi, il tifoso reggino – ormai si sa – si esalta per qualche risultato positivo e si deprime per qualcuno negativo. Ma la verità , ancora una volta, sicuramente sta nel mezzo: non si era fenomeni prima e non si è brocchi adesso.
Equilibrio che, sia chiaro, non può durare all’infinito. Ma l’unico modo per poterlo spezzare, si spera in positivo, è aspettando qualche altra settimana, con l’auspicio che Coralli e compagni invertano la rotta. Perché alla fine, non bisogna perdere di vista l’obiettivo principale: la salvezza.
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