Di Gianpiero Versace – Notte fonda. La Reggina perde ancora e non fa registrare alcun passo in avanti rispetto alle ultime deludenti uscire. Al Granillo passa anche il Siracusa e lo fa con merito: di Longoni e Catania le marcature aretusee, espulso Gianola nella ripresa. Amaranto in piena zona playout con sole tre squadre alle spalle, domenica contro il fanalino di coda Melfi gara d’importanza vitale.
LA PARTITA – Durante il brillantissimo avvio di stagione degli amaranto la domanda ricorrente tra appassionati e addetti ai lavori era, “come reagirà questa Reggina al primo momento di difficoltà ?”. La risposta, nella notte del Granillo. Gara assai delicata, Reggina-Siracusa. La squadra dello Stretto, reduce dal tracollo con il Matera e dalla dolorosa sconfitta di Vibo, riceve il Siracusa desideroso di allontanarsi dal fondo della classifica.
In campo, tra gli aretusei, Pietro Dentice meteora della SSD Reggio nella prima parte della scorsa stagione, e altri due ex. Uno è il capitano dei siciliani, Davide Baiocco, 41 primavere, suo compagno di squadra nella Reggina che raggiunse la salvezza in A nel 2003/2004 era l’allenatore Andrea Sottil. Sceglie la difesa a 3 il tecnico dei leoni, ed un tridente che ha in Longoni l’ago della bilancia tattica, libero com’è di agire tra le linee. Cambia, Zeman. Fuori Possenti, per scelta tecnica, e Botta per un problema fisico, il tecnico accoglie il rientro di Kosnic che ritrova spazio nel cuore della retroguardia, gli fa spazio De Bode. Arretrato Porcino sulla linea di difesa, la mediana viene rimpolpata da Romanò e Knudsen con Bangu che completa il tridente del consueto 4-3-3.
LONGONI GELA IL GRANILLO – Modifiche e aggiustamenti, ma la svolta non è tangibile. La Reggina continua sull’inerzia delle ultime due gare contraddistinte da un calcio improduttivo, oltre che vulnerabile. E al primo affondo, il Siracusa è avanti. Palermo sfonda a destra, cross arretrato che taglia fuori la retroguardia, riceve Longoni bravo a girarsi e battere un non irreprensibile Sala. La situazione, in casa amaranto, da delicata diventa complicata. Accusa il colpo la squadra dello Stretto, incapace per alcuni minuti di compiere perfino i più banali gesti tecnici. Per la prima volta, il Granillo rumoreggia.
La catena di sinistra, composta da Porcino, De Francesco e Bangu, prometteva qualità . Vana illusione in un primo tempo di rara apatia, tale da destare qualche legittimo interrogativo riguardo alla tenuta atletica di una squadra che in avvio di campionato ha fatto della vigoria fisica un fattore determinante. L’unico sussulto, prima dell’intervallo, nasce dal piede di Bangu che si fa trovare pronto tra le linee ed imbuca per Oggiano, sul cui cross nessuno risponde presente.
MODIFICHE TATTICHE – Aria pesante, al rientro negli spogliatoi. C’è un principio di rissa con gli avversari ma in casa Reggina, in questo momento, urgerebbe più un esame di coscienza che evidentemente non arriva nel corso dell’intervallo. E’ squadra con evidenti limiti questo Siracusa, ma esperta con 5 ultratrentenni e addirittura un over 40 in campo dall’inizio, capace di leggere i momenti della gara. Reggina brutta, talmente brutta da convincere Zeman ad abbandonare per la prima volta il suo 4-3-3. Bianchimano rileva Oggiano, sommerso dai fischi, Bangu arretra tra le linee. L’impatto sulla gara però è impossibile da valutare, pochi giri d’orologio dopo la situazione precipita.
AFFONDANO GLI AMARANTO – La difesa della Reggina incarta uno 0-2 regalo per il Siracusa. Gianola si fa anticipare di testa, Kosnic inspiegabilmente marca alla distanza di due metri il diretto avversario e Cane legge con ritardo da coincidenza ferroviaria regionale l’inserimento di Valente che batte Sala. Gelo che diventa imbarazzo alla ripresa del gioco quanto Gianola corona la prestazione horror con un fallo su Catania che lascia i suoi in 10. Mancano 20′, ma non c’è altro da annotare se non l’esordio in Lega Pro di Dado Cucinotti ed un miracoloso intervento di Sala che si oppone a Cassini dopo una palla persa in modo tragicomico da Knudsen.
Non basta a salvare né la partita, né la faccia. Ci sono i primi verdetti. La Reggina, senza intensità , è una squadra che vale il fondo della classifica tra i professionisti. Ritrovare brillantezza atletica e la dovuta determinazione è l’imperativo non più prorogabile. Non basta. Il ciclo di partite dai più considerate “accessibili”è valso fino ad ora una doppia sconfitta e contro squadre che attendono maggiormente nella propria metà campo, a difesa schierata, gli uomini di Zeman danno l’impressione non solo di faticare ad andare in rete ma perfino a concludere verso la porta avversaria. Lo testimonia l’imbarazzante “zero” alla voce degli interventi di Santurro, inoperoso portiere degli aretusei che con pieno merito sbancano il Granillo.
Domenica, a Melfi, contro l’ultima in classifica la posta in palio sarà di gran lunga superiore ai tre punti. Agli amaranto l’obbligo di scacciare le streghe…
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