Due settimane e di colpo emergono i primi problemi di un gruppo che, sino alla vigilia del match con il Matera, aveva fatto parlare di sè solo in positivo. La batosta del 23 ottobre ha fatto tornare con i piedi per terra la Reggina e la sua gente: non è il tempo, però, di creare allarmismi…
C’è un dato oggettivo: gli uomini di Zeman, in queste due partite, coincise tra l’altro con l’assenza di un punto di riferimento della retroguardia difensiva come Kosnic, hanno dimostrato una flessione nelle prestazioni e a livello mentale. Il giocattolo non si è rotto, il giocattolo non va aggiustato. Semplicemente bisognerebbe tornare ad utilizzarlo così come ad inizio campionato. E se contro il Matera è passato, forte e chiaro, il messaggio che in campo scendono due squadre e, delle volte, si può essere inferiori, un discorso a parte merita la gara con la Vibonese.
Il ds Battaglia, qualche giorno prima del match del “Razza”, aveva avvertito gli amaranto: “la Reggina incontrerà una Vibonese inc…a” le sue dichiarazioni rilasciate a TFP. L’atteggiamento di Coralli e compagni non è apparso esente da colpe: la classifica ci vedeva davanti e forse a livello tecnico il club di Praticò aveva qualcosina in più, ma quel “fuoco” che Zeman aveva tanto esaltato nelle precedenti uscite, erano i rossoblù ad averlo.
Adesso arriva un altro, delicato, incontro. Jevrem Kosnic tornerà a guidare la difesa reggina con la personalità ed il carattere che lo hanno sempre contraddistinto. Mancherà sicuramente Botta, uscito alla mezz’ora per un problema di natura fisica nell’ultima gara ed Oggiano è, sin da Fondi, nel mirino della critica. Non è il tempo di cercare il capro espiatorio. Probabilmente non c’è nemmeno. E’ il tempo di risollevarsi, di farlo da squadra. Lo si è stati nelle prime nove giornate, si tornerà ad esserlo…
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