Settima giornata del girone di andata del campionato 80/81, in un Reggina-Matera letteralmente stregata per gli amaranto, Buffoni, allora allenatore della compagine dello Stretto, al minuto 83 spiazza un po’ tutti, gettando nella mischia un ragazzino dalle belle speranze.
“Ricordo perfettamente ogni minimo dettaglio di quella giornata. Mancavano sette giri di lancetta al triplice fischio e il mister puntò il dito su di me. ‘Pinuccio tocca a te‘ mi disse e in brevissimo tempo fui catapultato tra i professionisti. Su un contrasto in mezzo al campo la palla schizza sulla sinistra e termina in fallo laterale. Io, vestendo persino i panni di raccattapalle, recupero la sfera e la lancio a Berretta, di qui a Scarrone che in uno dei suoi soliti contrasti guadagna un corner che, ad onor del vero, forse nemmeno c’era. Palla in mezzo ad ucire, mi libero dell’avversario con uno dei tanti movimenti che mi hanno contraddistinto nella mia carriera e in rovesciata firmo il vantaggio al primo vero pallone toccato”. E’ questo il racconto a Tutti figli di Pianca di chi è stato protagonista in quella magica giornata, all’esordio, condito dal gol: Pino Tortora, attaccante dalle oltre 300 reti in carriera.
Una sola stagione con la maglia della sua città , peraltro fatta più di ombre che luci. “Il rammarico è di non aver dimostrato a Reggio tutto il mio valore, considerando che piega ha poi preso la mia carriera, in cui ho vinto tanto e segnato altrettanto. Ci avrei messo il cuore da reggino, cosa che al giorno d’oggi è raro vedere in un calciatore. Adesso alleno la prima squadra dell’Avezzano: chissà che un giorno non possa tornare alla Reggina…”
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